In vista delle prossime parlamentari uno studio rivela la fotografia del candidato con maggiori chance d'essere eletto.
I risultati dell'analisi non convincono del tutto Giancarlo Seitz: «Il pezzo di carta da solo non basta se non si conoscono i problemi della vita reale»
BELLINZONA - Il politico piace e convince se navigato, ma anche colto. È la conclusione a cui è giunto l’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna dopo un'attenta analisi delle ultime elezioni parlamentari ticinesi, quelle del 2019.
Il progetto di Oscar Mazzoleni e Andrea Pilotti* ha cercato di costruire una fotografia del candidato ideale, anche nell'ottica di possibili scenari in vista delle cantonali di aprile 2023. Il risultato? «Una carica di partito o un mandato elettivo a livello comunale» aiutano ad entrare in Gran Consiglio. Meglio ancora se si ha un alto livello di formazione.
«Successo anche senza istruzione superiore» - Un risultato, questo, che strappa una risata a Giancarlo Seitz (77enne fu socialista, ora nelle file leghiste), politico sì di lungo corso, ma che al percorso universitario ha sostituito «una significativa gavetta».
«Non ho nessuna qualifica superiore, ho fatto l'apprendista e ho ereditato la panetteria di famiglia», spiega il parlamentare. «Eppure sono arrivato ad avere 17 dipendenti e 4 negozi a Lugano. Ed è dall'88 che faccio politica, quindi da ben 34 anni. Senza nessun pezzo di carta».
Oltre ai successi professionali Seitz no manca di elencare quelli politici: «Sono stato consigliere comunale a Lugano, attualmente sono in Gran Consiglio, ho avuto mandati in varie Commissioni e sono Municipale ad Agno, dove gestisco il dicastero sicurezza pubblica. Io non ho mai studiato, ma sono sempre stato un gran lavoratore».
«Contano i calli sulle mani» - Per l'ex panettiere ormai in pensione, insomma, contano «i calli sulle mani». «Non per questo disdegno lo studio - ci tiene a precisare -. Frequento molto le biblioteche e le conferenze. Tutto questo ha forgiato la mia persona».
Il politico mette in guardia dal «mero pezzo di carta». «Quando si presentano dei problemi, l'esperienza è un bagaglio importante e non c'è nessuna università in grado di offrirtela. Ho rispetto per chi ha studiato, ma non vivo nessun senso di inferiorità. L'esperienza è un capitale importante che può evitare scivoloni dolorosi. In Svizzera interna lo hanno capito e per questo stanno facendo lavorare i pensionati».
«I giovani? Pochi, ma alcuni molto promettenti» - Dallo studio è emersa la scarsa partecipazione giovanile al mondo politico. Dato, questo, che Seitz conferma: «I giovani si sono un po' allontanati dalla politica, è un peccato. Anche perché ce ne sono di capaci. Penso a Paolo Pamini, dell'Udc o a Cristina Gardenghi dei Verdi. Ecco, mancano ancora un po' di donne, veramente brave. In tanti campi anche più degli uomini».