Il direttore dell'emittente cattolica smentisce la voce circolata in Rete, secondo la quale martedì sarebbero andati in onda brani dei Megadeth e dei Cannibal Corpse
ERBA - "A noi non risulta assolutamente". E' laconico padre Livio, il direttore di Radio Maria, l'emittente cattolica con sede a Erba, le cui trasmissioni vengono ascoltate anche nel nostro Cantone. D'altro canto la notizia per la quale l'abbiamo interpellato non meritava maggiori spiegazioni: Ieri si era diffusa la voce che, a causa di un errore tecnico, Radio Maria avesse mandato in onda brani di musica heavy metal. Il "fattaccio" sarebbe avvenuto intorno alle 13.30 di martedì. L'emittente avrebbe diffuso nell'etere canzoni di gruppi quali Cannibal Corpse, Megadeth e System of a Down, contenuti in una chiavetta Usb di un dipendente.
Bastava vedere la fonte dell'articolo, condiviso da parecchi utenti della Rete, per capire che si trattava di una bufala: lercio.altervista.org, sito satirico e dissacrante che riprende (anche nell'impostazione grafica) un noto tabloid italiano. Lo stesso taglio del pezzo, e il suo contenuto, erano sufficienti per convincere che si trattava di uno scherzo.
Il problema è che alcuni non hanno capito la chiave ironica delle righe scritte sul Lercio, e hanno pensato che fosse tutto vero. Anche un magazine di musica, cinema, videogames e altro, solitamente molto serio e autorevole come Repubblica XL, è caduto nella trappola: "Cose che capitano: il sistema operativo di Radio Maria è andato in tilt trasmettendo band certamente poco amate dagli ascoltatori come Megadeth, Cannibal Corpse e System of a Down. Gli artisti erano presenti sulla chiavetta USB di un dipendente che era stata attaccata al computer principale. Le canzoni in scaletta? "Hangar 18", "Toxicity" e "Hammer Smashed Face". Ora è caccia al nome del "brutallaro" dell'emittente radiofonica votata a Maria".
Agli utenti che hanno replicato sulla pagina Facebook di XL, dicendo che si trattava di una palese bufala, la redazione ha risposto: "Gira da un po', fateci sapere se davvero è una bufala: peccato però, ci siamo divertiti a scriverla!" Proprio questo è il punto di forza di queste storielle "troppo belle per essere vere": sono divertenti, anche quando non sono vere.