Da vari giorni il numero dei contagi è superiore perfino a quello della provincia di Milano.
I concreti timori che sia l'epicentro della terza ondata della pandemia in Italia.
BRESCIA - A ormai quasi un anno preciso dalla segnalazione del primo caso di Covid-19, la provincia di Brescia è maglia nera della Lombardia, con dati in costante aumento in questi giorni.
È vero che il Bresciano è l'area che effettua più tamponi, ma è anche vero che in questa zona è massimo pure il livello di circolazione delle cosiddette varianti, in primis quella inglese. E si teme che questo sia l’epicentro della tanto temuta terza ondata, come prospettano pure le previsioni statistiche elaborate da Alberto Gerli, un ingegnere padovano specializzato alla Texas “A&M” che lavora sulla pandemia fin dal febbraio 2020 e il cui modello è diventato, nel corso dei mesi, un punto di riferimento nella comunità scientifica lombarda.
Dati in aumento - Secondo gli statistici della Lombardia, infatti, l'epidemia non sta diminuendo, anzi è in espansione: i dati di Brescia nell'ultima settimana indicano un numero di contagi doppio rispetto a quello di fine gennaio e questo fa ipotizzare che, alla fine di questo mese, si giunga a una media anche superiore ai mille nuovi positivi al giorno.
Il ruolo delle varianti - L’allarme sulle varianti è confermato dall'indagine condotta dall'Istituto Superiore della Sanità insieme alle Regioni: dai test realizzati gli scorsi 3 e 4 febbraio risulta che quasi il 20% dei casi positivi al Sars-CoV-2 in Italia è riconducibile alla variante inglese, ma nel Bresciano il dato è molto superiore alla media e si arriva quasi al 50%. Molti dei test sono stati processati dall’Istituto Zooprofilattico di Brescia la cui responsabile, Maria Beatrice Boniotti, sostiene che «ormai varianti ne abbiamo più in casa che importate dall'estero. E ne potranno emergere di nuove, perché il virus continua a mutare. La situazione è preoccupante, dovrebbe portarci a rafforzare le misure di contenimento, considerando anche zone rosse circoscritte». E infatti, come deciso ieri dal presidente Attilio Fontana, dalle 18 di oggi (e fino al 24 di febbraio) il comune di Castrezzato sarà in zona rossa.
La differenza tra le ondate - Tutto ciò, però, avviene in uno scenario diverso dalla prima ondata. Allora, «oltre al personale, in molte strutture mancavano anche attrezzature idonee per chi era in carenza d’ossigeno mentre oggi ci sono» ha spiegato Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Asst del Garda. Per far fronte questa situazione alcuni sindaci della provincia di Brescia si sono mossi, in qualità di primi responsabili della salute dei loro concittadini, decidendo misure drastiche: scuole, oratori e parchi chiusi nei paesi in cui si sono verificati i focolai in particolare nella Bassa bresciana - dove negli ultimi giorni si è assai diffusa proprio la variante inglese - ma pure in Franciacorta e sul lago di Garda. Preoccupante inoltre la situazione in Valtrompia: nel paese di Gavardo, dove vi è pure un ospedale, tra giovedì e venerdì scorso ci sono stati ben 32 contagi, tutti in famiglia, e la maggior parte dei colpiti, almeno una dozzina, sono bambini che frequentano le scuole materne o le elementari. Il più piccolo ha tre anni.