Si parla di un accordo per evitare una carestia globale, ma quali sono i terminal più importanti?
ODESSA - La partita dello sblocco delle esportazioni di grano dall'Ucraina, uno dei maggiori produttori del mondo i cui raccolti rischiano di marcire innescando lo spettro di una carestia mondiale, passa fondamentalmente da 6 porti del Paese: Chornomorsk, Yuzhny, Mykolaiv, Berdyansk, Mariupol e Odessa. Sei importanti terminali che con i loro dock garantiscono l'export di milioni di teu (l'unità di misura di trasporto delle navi porta-container) di cereali, dal grano al mais, ma anche di altre importanti materie prime.
Il blocco di questi porti e delle loro rotte, fermati dalle bombe ma anche dalle mine piazzate nel Mar d'Azov e nel Mar Nero, difficilmente riesce a essere rimpiazzato con altre vie, come le tratte ferroviarie (su cui pesano anche le differenze infrastrutturali tra le reti ucraine e quelle del resto d'Europa) o il trasporto su gomma.
E nonostante i tentativi di trovare strade alternative, sostenute anche con il recente piano dell'UE di "corsie di solidarietà" - che ha permesso due settimane fa una prima consegna su binari alla Lituania - meno della metà del flusso giornaliero pre-guerra riesce a uscire dall'Ucraina, con i tempi che si sono allungati a 2-4 settimane. Il trasporto via mare resta però imprescindibile.
Ecco i principali porti, senza i quali l'emergenza grano rischia di trasformarsi in una crisi globale.
ODESSA - Il maggiore porto del Paese e il secondo del Mar Nero, con un traffico nel 2021 di 675 mila Teu, l'anno scorso ha movimentato oltre 3,5 milioni di tonnellate di grano.
CHORNOMORSK - A sud di Odessa, è il principale punto di partenza del grano. Ha una capacità di oltre 110 mila Teu all'anno e un traffico annuale di 4 milioni di tonnellate.
YUZHNY - Il terzo porto più importante ucraino, sempre nel distretto di Odessa, ha una delle aree industriali più all'avanguardia del Paese e opera soprattutto idrocarburi.
MYKOLAIV - È la sede dei maggiori cantieri navali del Mar Nero ad una cinquantina di chilometri da Kherson e rappresenta un importante snodo portuale per l'Ucraina.
BERDYANSK - Nella regione di Zaporozhzhia, sulla costa nord del Mar d'Azov, doveva rappresentare il futuro della portualità ucraina con un progetto infrastrutturale messo a punto prima del conflitto per consentirgli un transito di 1,5 milioni di tonnellate di grano l'anno.
MARIUPOL - Maggiore scalo portuale dell'Ucraina meridionale, pesantemente danneggiato dalla guerra, aveva una capacità di oltre 60 mila Teu l'anno con un terminal dedicato ai cereali ed uno al carbone.
«Un accordo essenziale»
Il segretario generale dell'ONU, António Guterres, ha dichiarato di aver chiesto ai colleghi di contribuire a trovare «un accordo che consenta l'esportazione sicura di alimenti prodotti in Ucraina attraverso il Mar Nero e l'accesso senza ostacoli ai mercati globali per gli alimenti e i fertilizzanti russi».
«Questo accordo è essenziale per centinaia di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, anche nell'Africa sub-sahariana», ha aggiunto Guterres intervenendo alla presentazione di un rapporto delle Nazioni Unite sulle ripercussioni del conflitto.
Il rapporto stima che 94 Paesi, dove vivono circa 1,6 miliardi di persone, sono «gravemente esposti ad almeno una dimensione della crisi e non sono in grado di farvi fronte». Di questi 1,6 miliardi di persone, 1,2 miliardi, ovvero tre quarti, vivono in Paesi «a tempesta perfetta», gravemente esposti e vulnerabili «a tutte e tre le dimensioni della finanza, del cibo e dell'energia, contemporaneamente», aggiunge il rapporto.