Prestazioni in calo a causa del dilagare di Omicron
UTRECHT - C'è il rischio concreto che i test rapidi fai-da-te nasali divenuti di uso comune dall'inizio dell'ondata Omicron non intercettino tutti i casi correttamente. Uno studio di Karel Moons, del Julius Center presso l'Università di Utrecht in Olanda, mostra che solo uno dei test antigenici rapidi commercialmente disponibili rispetta gli standard dettati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per sensibilità (capacità di scovare i veri positivi che deve essere almeno dell'80%) e specificità (capacità d'identificare correttamente i negativi che deve essere del 97%).
Gli esperti hanno analizzato l'efficacia di test antigenici rapidi fai da te commercialmente disponibili: Flowflex (Acon Laboratories), MPBio MP Biomedicals) e Clinitest (Siemens-Healthineers), durante l'ondata in cui Omicron è divenuto dominante. La loro analisi si basa su 6497 persone con sintomi di Covid-19 di età pari o superiore a 16 anni che si sono presentate per il tampone molecolare presso tre siti dedicati del servizio sanitario pubblico nei Paesi Bassi, tra il 21 dicembre 2021 e il 10 febbraio 2022.
I ricercatori hanno riscontrato che la sensibilità dei tre test eseguiti con i kit fai-da-te nasali è diminuita durante la comparsa di Omicron, passando dall'87% all'81% per Flowflex, dall'83% al 76% per MPBio e dall'80% al 67% per Clinitest.
L'aggiunta di un test orofaringeo (della gola) al test nasale ha migliorato la sensibilità di MPBio dal 70% all'83% e di Clinitest dal 70% al 77%. Solo il test MPBio fai-da-te combinato di gola e naso ha soddisfatto gli standard dell'Oms per i test rapidi tra gli individui con sintomi. «Abbiamo riscontrato che le prestazioni dei test rapidi fai-da-te nasali sono diminuite durante il periodo in cui è emerso Omicron - scrivono gli autori - Abbiamo anche dimostrato che le prestazioni dei test rapidi possono essere migliorate aggiungendo il test salivare a quello nasale. Pertanto, dopo un'adeguata valutazione, i produttori di test rapidi dovrebbero prendere in considerazione la possibilità d'includere nei test nasali anche il test orofaringeo».