La donna aveva citato in giudizio Starbucks con l'accusa di averla licenziata ingiustamente: l'ex dipendente ha vinto.
NEW YORK - Starbucks dovrà pagare un maxi risarcimento di 25,6 milioni di dollari ad una sua ex dipendente, licenziata perché bianca. Un tribunale del New Jersey si è pronunciato in favore di Shannon Phillips, che ha lavorato per 13 anni nell'azienda ricoprendo anche il ruolo di direttrice regionale.
La donna ha citato in giudizio Starbucks con l'accusa di averla licenziata ingiustamente dopo l'arresto di due afroamericani in un locale della catena a Filadelfia nell'aprile del 2018 ai quali era stato chiesto di uscire poiché seduti a un tavolo senza aver ordinato nulla.
L'incidente creò scalpore e indignazione anche perché i due furono poi scortati fuori in manette dalla polizia chiamata dal manager, bianco, del locale. Nella causa intentata per la prima volta nel 2019, Phillips affermava dopo l'episodio che Starbucks «ha preso provvedimenti per punire i dipendenti bianchi che non erano stati coinvolti nella vicenda, ma che lavoravano nella città di Filadelfia e in zone limitrofe, nel tentativo di convincere la comunità che l'azienda aveva risposto adeguatamente all'incidente».
Lei all'epoca sovrintendeva diverse aree tra le quali quelle della capitale della Pennsylvania e Starbucks le ha ordinato di mettere un dipendente bianco in congedo amministrativo come parte di questi sforzi. Quando lei ha cercato di difendere il dipendente, l'azienda l'ha licenziata.
La giuria si è pronunciata all'unanimità in suo favore dopo un processo di sei giorni, hanno detto gli avvocati di Phillips. Starbucks da parte sua ha sostenuto di aver cacciato la dipendente per «la sua mancanza di leadership» e si è detta «delusa» dalla decisione.