Il tronco dell'ulivo era così ampio che ci volevano dieci persone per abbracciarne la circonferenza
Sull'isola si continua a lottare contro gli incendi mentre divampano le polemiche. «Centinaia di persone hanno perso la loro abitazione e il loro futuro».
ATENE - Per l'ottavo giorno di fila arde l’isola di Evia, seconda isola più grande della Grecia. Più di un quarto dell’isola è stata distrutta dagli incendi. Foreste centenarie e alberi millenari. Un olivo di 2’500 anni è partito in fumo, l’albero era così anziano che è descritto nell’antichità dal filosofo e geografo Strabone. Il vecchio albero era situato nell’uliveto di Rovia, il suo tronco era così ampio che ci volevano dieci persone per abbracciarne la circonferenza. L’albero era tutt'ora fertile e ricco di olive pronte per essere raccolte in autunno. Ma l'incendio ha distrutto tutto, sono rimaste solo ceneri.
L’impacco dei fuochi è immenso e devastante, centinaia di persone hanno perso la loro abitazione e il loro futuro, raccolti distrutti, greggi sterminati. Si poteva evitare o per lo meno mitigare questa tragedia? Molte testimonianze attestano della scarsità del supporto da parte degli organi competenti, manco di forze aeree e interventi inadeguati. Data l’indifferenza statale, in molti casi sono gli abitanti e i contadini stessi che, muniti di estintori e di strumenti rudimentali, vanno incontro al fuoco e cercano di domare delle fiamme che possono superare i 30 metri.
Nel frattempo, il prosecutore della corte suprema ha ordinato un’investigazione sull’origine dei fuochi, dato che sono giunte delle testimonianze che indicherebbero una pianificazione centrale da parte di un’organizzazione criminale: “Il numero eccessivo di fuochi, l’intensità inusuale e l’estensione di questo dramma hanno provocato un danno incalcolabile alle foreste, all’agricoltura, all’economia e alle infrastrutture turistiche del paese. Questi incendi hanno messo in pericolo la vita di molte persone, la sincronizzazione di questi eventi drammatici suscitano il sospetto di una deliberata organizzazione criminale”, ha affermato il procuratore della corte Suprema Vassilios I. Pliotas.