Creati in novembre duecentomila posti di lavoro, sopra le stime degli analisti.
WASHINGTON - L'economia americana ha creato 199'000 posti di lavoro in novembre, sopra le stime degli analisti che scommettevano su 180'000. Il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7%, sotto le attese.
Gli Usa continuano quindi a macinare posti di lavoro, confermando la resilienza del mercato occupazionale e facendo sfumare la speranza di una immediata riduzione dei tassi da parte della Fed. Ma i dati aprono la porta in questa direzione nei primi mesi del 2024.
I 199.000 nuovi occupati (escluso il settore agricolo) comprendono circa 41.000 dipendenti tornati al lavoro dopo gli scioperi in vari settori, in particolare quello automobilistico e dello spettacolo. Il tasso di disoccupazione è sceso invece al 3,7%, contro le attese di una conferma del 3,9% di ottobre. Rafforzando il quadro di una domanda ancora forte, i salari solo cresciuti mensilmente dello 0,4%, più delle previsioni.
Dopo un inizio negativo, Wall Street ha virato in positivo trascinando anche le Borse europee. Una buona notizia anche per Joe Biden, che festeggia gli oltre 14 milioni di posti di lavoro creati dal suo insediamento e l'inatteso primato dell'economia americana nel mondo: "Il tasso di disoccupazione è rimasto al di sotto del 4% per 22 mesi consecutivi e l'inflazione è scesa di due terzi. Gli stipendi dei lavoratori e la ricchezza delle famiglie sono ora più alti rispetto a prima della pandemia, tenendo conto dell'inflazione".
I dati sono l'ultimo segnale che l'economia americana rimane lontana dal territorio della recessione, nonostante un anno e mezzo di aumenti dei tassi di interesse che hanno pesato sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese. I numeri non indicano un'economia surriscaldata né carenze di manodopera che, aumentando i salari, aumentano anche l'inflazione.
La crescita di novembre è stata sostanzialmente in linea con quella degli ultimi mesi, tenendo conto degli scioperi, anche se in calo rispetto ai 240.000 posti di lavoro al mese aggiunti in media nel corso dell'anno terminato a ottobre.
I numeri sul mercato del lavoro probabilmente non stimoleranno una reazione immediata da parte della banca centrale americana, che dovrebbe lasciare invariati i tassi di interesse nella riunione della prossima settimana (il 12 e il 13), quando sono attesi anche i nuovi dati sull'inflazione. Nessuna mossa forse neppure a gennaio, ma - secondo gli analisti - una riduzione potrebbe essere presa in considerazione dai mesi successivi se il mercato del lavoro continuerà questo lento raffreddamento, insieme all'inflazione.