A pesare sono le flessioni sul mercato cinese e di Singapore
BIENNE - Le vendite di orologi svizzeri all'estero sono risultate in calo in luglio, confermando una tendenza che ha interessato l'intero export elvetico: stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell'industria orologiera (FH) le esportazioni si sono attestate a 2,2 miliardi di franchi, importo in flessione dello 0,9% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
La contrazione si spiega con l'andamento negativo di Cina (-16,6% a 263 milioni) e Singapore (-7,1% a 131 milioni). Gli altri quattro principali mercati hanno per contro registrato un aumento, a partire dagli Stati Uniti (+5,2% a 340 milioni), principale sbocco del Made in Switzerland; positivi si sono rivelati anche Hong Kong (+6,3% a 182 milioni), Giappone (+5,9% a 149 milioni) e Regno Unito (+5,6% a 146 milioni).
Con accenti diversi si presenta l'andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato una flessione del 2,6% in termini di valore, la gamma 200-500 una contrazione dell'1,2%, il comparto 500-3000 segna -12,0% mentre per la fascia oltre 3000 franchi si osserva un +2,2%.
«Il mese di luglio è stato complessivamente meno favorevole rispetto al primo semestre per le esportazioni di orologi», commenta FH. Questo andamento mensile non influenza però in modo significativo la tendenza generale o le previsioni per il 2023, rassicura l'organizzazione.