Raoul Ghisletta, presidente PS Lugano e consigliere comunale
Il prossimo 2 giugno il Consiglio comunale di Lugano deciderà sul messaggio municipale 10472 concernente il Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) e contenuti sportivi accessori - richiesta di un credito di progettazione per le fasi di sviluppo parziali 32-33 Norma SIA 112.
Il rapporto di maggioranza della Commissione della gestione, firmato da Lega, PS, PPD e UDC (con riserva), prevede la concessione di 10 mio Fr per l’affinamento del progetto del PSE, 3 mio Fr per la progettazione sull’area del Maglio, 1 mio Fr per la progettazione del comparto Cornaredo Sud e infine una convenzione per la compravendita di terreni tra il Cantone e la Città. Si tratta della seconda tappa in Consiglio comunale: infatti nel mese di dicembre il legislativo luganese aveva già approvato 3,5 mio. Fr per la progettazione iniziale del PSE.
Il PSE è un partenariato pubblico-privato, che consente alla Città di non indebitarsi oltremodo. Una modalità che come socialista non mi entusiasma, ma vista la sciagurata gestione delle finanze comunali di Lugano da parte dei padroni del vapore di centro destra negli ultimi 15 anni, non vi sono alternative. Se non avessero continuamente lasciato crescere l’indebitamento pubblico e se non avessero abbassato continuamente il moltiplicatore d’imposta comunale, oggi la Città avrebbe forse la forza di investire da sola nel PSE. Ma così non è: Lugano si trova in una posizione debitoria nettamente superiore rispetto alla media e alla mediana delle altre Città svizzere. Il Partito socialista è l’unico che ha avuto la coerenza di opporsi sempre agli inutili e miopi regali fiscali fatti ai tempi delle vacche grasse, e ancora nel 2018 e 2019.
Fa specie ora che i cantori ideologici del partenariato pubblico-privato, il PLR, vengano a raccontare in un rapporto di minoranza che si possa accordarsi con i privati, senza concedere loro chiaramente la possibilità di edificare degli immobili di reddito affittandone una parte per uffici della Città. Trasferire 120 posti di lavoro sparpagliati in centro città in un immobile (torre) amministrativo a Cornaredo è una garanzia di reddito per questi privati. Posti di lavoro che andrebbero comunque trasferiti e concentrati altrove con costi maggiori. Come aveva già fatto a fine 2019, pasticciando sul dossier aeroporto, il PLR tergiversa. Nel caso del PSE illude che sia possibile decidere in un secondo tempo: evidentemente i privati non hanno scritto in fronte “giocondo” e il PLR lo sa bene!
Il rilancio del centro città dal profilo turistico e commerciale deve avvenire altrimenti: favorendo la pedonalizzazione del lungolago/centro, riducendo il martoriante traffico pendolare, favorendo l’attività culturale e musicale per le strade, favorendo il verde urbano, favorendo l’insediamento di famiglie e persone fisiche negli spazi occupati da troppi uffici, e questo a pigioni accessibili. Sono 40 anni che il Partito socialista di Lugano propone queste cose e che il PLR ha una linea prevalentemente contraria o quanto meno volta a rimandare alle calende greche le soluzioni incisive. Che adesso il PLR venga a fare il difensore del piccolo commercio in centro città suona come ridicolo e incredibile.