Stefano Dias, controllore del traffico aereo e candidato Verdi Liberali al Municipio e Consiglio Comunale di Lugano
A circa un’anno dalla liquidazione della LASA e dalla cancellazione del referendum che era stato lanciato, l’aeroporto di Lugano è di nuovo in aria turbolenta. La “call of interest” ha forse creato più problemi che benefici, visti i tre ricorsi intentati al Consiglio di Stato da alcuni partecipanti esclusi. Il problema viene da lontano, leggendo il messaggio municipale numero 10’788 si intuisce che il gruppo di lavoro era stato previsto per un unico scopo: preparare la transizione per gli investitori privati già scelti. In data 5 Marzo 2020 il Municipio aveva deciso la costituzione del gruppo con l’iniziale mandato di verificare e approfondire gli scenari atti a trasferire a fine 2020 la gestione dello scalo agli investitori privati, nel gruppo faceva parte la rappresentate di coloro che avevano manifestato il loro interesse in quel momento.
Fatta questa importante precisazione, la seguente “call of interest” è partita in maniera poco equilibrata. Infatti avere avuto i privati per alcuni mesi al tavolo delle trattative (poi rimossi) con il gruppo di lavoro, che in seguito avrebbe giudicato tutti gli interessati, non permettesse di ritenerlo imparziale per lo meno agli occhi dell’opinione pubblica e dei concorrenti.
Un’errore fondamentale fatto dal Municipio che ha creato dubbi, polemiche e sospetti. La soluzione ideale sarebbe stata quella di creare una giuria di esperti in aviazione, possibilmente non coinvolti politicamente e provenienti da altre regioni Svizzere oppure la rinuncia ad aprire la contesa e continuare a lavorare con il gruppo prescelto in precedenza.
A questo punto è chiaro a tutti che la credibilità della “call of interest” è fortemente compromessa, ognuno dei gruppi che ha fatto ricorso potrà facilmente dimostrare che il gruppo di lavoro non era assolutamente imparziale ma era stato coinvolto con il primo gruppo di privati i quali avevano un vantaggio di alcuni mesi. Si tratta fondamentalmente di aver creato le “regole del gioco” con chi stava giocando già la partita.
Alla fine a perderci è come sempre l’aeroporto, i cittadini e la politica. Sarebbe servita una competizione giusta e stimolante, per poter realmente sviluppare il miglior progetto possibile.
Una visione a trecentosessanta gradi che vada aldilà della semplice gestione corrente delle attività aeroportuali, che possa porre le basi per un’infrastruttura innovativa al beneficio dei cittadini di Lugano e di tutto il Cantone. Investimenti verso un’aviazione che dopo la
pandemia sarà chiamata a reinventarsi e svilupparsi più rapidamente possibile verso un minor impatto ambientale e un miglior utilizzo delle tecnologie pulite, un progetto che dia anche la possibilità di creare posti di lavoro in questi ambiti e non solo parcheggi per gli
aerei.. Un progetto con la P maiuscola.