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Matteo Muschietti Come saranno i nostri giardini nei prossimi anni?

14.08.24 - 23:37
Matteo Muschietti – Municipale – sentinella dell’ambiente
Matteo Muschietti
Fonte Matteo Muschietti
Come saranno i nostri giardini nei prossimi anni?
Matteo Muschietti – Municipale – sentinella dell’ambiente

MENDRISIO - Qui nel Mendrisiotto fa un caldo afoso da smorzarti il respiro. Agosto quest'anno è un mese da bollino nero. Anche a sera nella pianura della Campagna Adorna, le temperature rimangono fisse a 27-28 gradi, e la terra emana un calore che avviluppa i campi di mais che piano piano stanno ingiallendo sotto un sole cocente. I prati presentano delle chiazze gialle e marroni, per la mancanza d'acqua. I giardini delle case dove sino alla fine di luglio c’erano dei prati verdissimi, ora iniziano a soffrire e l'erba e il trifoglio iniziano a seccare. Le piante che meglio resistono a questa ondata di calore sono gli ulivi e i fichi.

Quest'ultimi presentano molti frutti che presto potranno essere colti e finire sui nostri deschi famigliari. Il frutto del fico è molto apprezzato e si accompagna nelle cene d'estate, con prosciutto crudo o altri salumi. Ma come saranno i nostri giardini se tutti gli anni futuri saremo sempre coinvolti da queste ondate di caldo anomalo?

È pur vero che il cambiamento climatico non solo nel Mendrisiotto ma in tutto il Cantone, avanza a passi da gigante e le (pochissime) misure prese si so o dimostrate ampiamente insufficienti. Allora mi chiedo: che tipo di piante si potranno mettere a dimora qui nel Mendrisiotto?Sembra che l'ulivo ed il fico resistano molto bene e danno frutti in abbondanza e sani; stesso quadro per le piante di limone. Come piante ornamentali, secondo la mia esperienza, il fico d'india cresce in fretta e si è ben adattato alla nuova situazione climatica. Una pianta da non più mettere a dimora sembrerebbe l'abete rosso, perché soffre tremendamente ed in pochi anni perde gli aghi e poi muore.

È indispensabile che i servizi del Cantone, preposti a studiare questa nuova situazione, diano direttive su come agire al più presto e ci indichino il tipo di piante che possono resistere a questo cambiamento climatico che avanza a passi da gigante. Non ci resta che andare avanti e ricordare quello che dicevano i nostri nonni quando faceva troppo caldo: «Verrà il mese di gennaio».... che questo detto ci porti un po’ di frescura!

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