Strigliate e carezze per il serbo, a terra dopo gli US Open.
«Non ha guardato dove stava tirando la palla. Non si può».
NEW YORK - La stagione di Novak Djokovic, quella dei tornei vinti e dell'incredibile imbattibilità in campo, non passerà alla storia come perfetta (ora non più) o magnifica. Sarà ricordata quasi esclusivamente per quanto accaduto agli US Open. La squalifica dopo la pallata involontaria con la quale ha steso un giudice, rimarrà una macchia indelebile sulla carriera di un fenomeno. Di un fenomeno fragile.
Che il serbo abbia irrimediabilmente sporcato la sua immagine è convinto John McEnroe, bad boy del tennis passato attraverso mille tempeste.
«Quello che ha commesso è stato un errore da principianti - ha sottolineato l’ex campione statunitense - Non ha guardato dove stava tirando la palla. Non si può. Io ho esperienza da questo punto di vista… e in campo si deve stare attenti. Cosa posso aggiungere? È incredibile quanto sia nervoso e frustrato da quando ha ricominciato a giocare. Su di lui c’è tanta pressione e tutti i problemi e le voci fuori dal campo lo hanno condizionato. A questo punto, che gli piaccia o meno, rimarrà per sempre il “cattivo”. Vedremo come gestirà questo ruolo».
La pressione è un tema toccato anche da Radek Stepanek, amico fraterno ed ex coach di Novak. «Si trova ogni giorno a fronteggiare critiche e a fare i conti con grandi aspettative; è ovviamente sotto pressione - ha commentato il ceco - ed è questo che lo ha portato a commettere un errore. Ma siamo umani, abbiamo tutti il diritto di fare degli sbagli. In questo momento, dopo la squalifica, è affranto, triste, addolorato. Questo perché il gesto compiuto era ovviamente non intenzionale e perché a causa di esso ha perso l’opportunità di vincere un altro Slam. E sappiamo tutti quanto ci tenesse, quanto volesse trionfare per avvicinare Federer in quanto a Major vinti. Di Nole posso solo dire che sta facendo del suo meglio, che sta tentando di chiudere la carriera come il più grande di tutti i tempi...».