Beppe Dossena ha espresso il suo pensiero in merito a ciò che sta venendo a galla in queste ore
ROMA - Cosa spinge un calciatore a giocare un sacco di soldi? In queste ore, lungo le quali il calcio italiano è finito nell'occhio del ciclone, se lo stanno chiedendo in tanti. Intervenuto a fanpage.it, il campione del mondo con l'Italia del 1982 Beppe Dossena - promotore dell’associazione Special Team Onlus che si occupa di aiutare atleti in difficoltà - ha dato una sua lettura al contesto in cui vivono alcuni calciatori. «Nella migliore delle ipotesi quello a cui stiamo assistendo può essere frutto di noia, solitudine. Dai lunghi ritiri all'incapacità di avere una vita sociale completa. I ragazzi non possono fare quello che vogliono e si rifugiano in questo mondo artificiale dove vengono aggrediti da tante cose. Nel migliore dei casi è questo, nel peggiore è ludopatia e qui i discorsi cambiano. In ogni caso si tratta di una gioventù che non riesce a fermarsi e trovare fiducia e benessere in quello che hanno».
Oltre a chi è direttamente coinvolto, anche chi segue il calcio non può che rimanere deluso dalle notizie di questi giorni. «È chiaro che l'opinione pubblica resti sconcertata pensando che a loro non possa mancare nulla. Io invece mi chiedo se siamo sicuri che abbiano davvero tutto. Mi auguro che siano gesti solitari e non legati alla malavita organizzata. Secondo me questi ragazzi non hanno tutto, anzi, gli manca tutto. È un voler scappare da una situazione particolare, sentirsi in gabbia anche se dorata, ma pur sempre una gabbia».