«Problema Shaqiri? Deve arrivare in forma»
Seferovic, Amdouni, Puertas, Monteiro... il selezionatore fa le carte alla Nazionale
Le varie competizioni per club, nazionali e continentali, devono ancora terminare. Per questo motivo Murat Yakin ha ancora giornate relativamente tranquille. Le usa per studiare i suoi giocatori e per programmare fin nei minimi dettagli la spedizione per l'Europeo 2024. E di quello, del torneo che dal 14 giugno prossimo affronterà sulla panchina della Svizzera, ha parlato il 49enne allenatore. In un'intervista concessa a 20 Minuten, il selezionatore ha toccato vari temi. Il primo? Quello che riguarda il... numero uno.
Murat Yakin, chi sarà in porta per la Svizzera agli Europei?
«Resto dell'idea che Yann Sommer sia il numero uno».
E se il Kobel dovesse vincere la Champions League?
«Saremo felici di avere a disposizione diversi portieri di alto livello. Ma ciò che spesso viene trascurato in questa discussione è la costanza. Avrei voluto che Gregor scendesse in campo in tre occasioni, e ogni volta non ho potuto schierarlo perché è stato sfortunato con gli infortuni. Per questo non ha potuto familiarizzare con la squadra».
Si è già congratulato con Yann Sommer?
«Sì, sono stato al campo di allenamento dell'Inter e gli ho fatto visita».
Anche Granit Xhaka è già campione. Come può trarne vantaggio come allenatore della Nazionale?
«Granit era già arrabbiato per non aver vinto un titolo con l'Arsenal l'anno scorso. Quest'anno ha invece la possibilità di vincere il treble. Questo dà a tutta la squadra la sensazione di non essere qui solo per giocare».
È mai successo prima d'ora che tanti giocatori della nazionale vincessero dei titoli? Questa nazionale è al suo apice assoluto?
«La situazione attuale è molto buona, estremamente positiva, quasi eccellente. Questi titoli fanno poi quasi passare in secondo piano altre prestazioni, come quelle dei nostri giocatori del Bologna, che giocano un calcio attraente e vincente. Per me è un sollievo non dover cercare ragazzi che possano giocare a questo livello».
In Champions League, Manuel Akanji ha giocato in modo eccezionale contro il Real Madrid.
«Certo, l'intera partita è stata un puro spettacolo. Ma a cosa serve una prestazione eccezionale se poi non si va avanti nella competizione?».
Anche in Nazionale giocare a centrocampo sarebbe un'opzione per Akanji?
«Manu può giocare praticamente ovunque. Al momento è quasi il nostro capocannoniere e ho detto a Giorgio Contini se magari non dovremmo farlo giocare anche davanti (ride)».
Anche Breel Embolo è un'opzione. È pronto per l'Europeo?
«Sì, se è in salute».
Oltre alla lunga parentesi di infortuni, è finito di nuovo sotto i riflettori per la falsificazione dei certificati Covid. È ancora in grado di giocare per la Nazionale svizzera?
«È successo molto tempo fa. È cresciuto e maturato».
Pensa che Embolo sia ancora accettato dai tifosi svizzeri?
«Non appena segnerà il suo primo gol, molte cose saranno dimenticate».
E Haris Seferovic, che dall'estate gioca a Dubai e non è più stato convocato?
«La porta per lui non è mai stata chiusa. Lo teniamo d'occhio e riceviamo informazioni e dati su tutti i giocatori. Tutto è ancora possibile».
Zeki Amdouni si è in un certo senso rovinato trasferendosi in una squadra di Premier League dove non ci sono quasi mai occasioni da gol?
«È il mercato a decidere. Zeki ha scelto questa strada e sta lavorando duramente per affermarsi in Premier League».
Cameron Puertas ha già realizzato 14 gol e 21 assist in Belgio. Vi dispiace che il giocatore nato a Losanna non abbia ancora il passaporto svizzero?
«Avremmo sicuramente voluto invitarlo e conoscerlo. Forse ci sarà un'occasione in futuro, ma prima del 2025 non c'è alcuna possibilità».
L'attaccante dell'YB Joël Monteiro otterrà il passaporto svizzero prima del Campionato europeo. Qual è la situazione?
«È molto preciso e ha buone caratteristiche fisiche. È un giocatore interessante. Purtroppo si è infortunato in un momento sfavorevole».
Vincent Sierro ha fatto un'ottima impressione al suo debutto in Nazionale.
«Sì, ci ha impressionato molto favorevolmente. Fin dal primo giorno ha lavorato con concentrazione e attenzione e si è integrato molto bene nella squadra».
Xherdan Shaqiri e il suo ruolo sono stati un argomento importante nell'ultima uscita della Nazionale.
«Sappiamo cosa abbiamo in Shaq. Sappiamo quali sono i suoi punti di forza e che è un giocatore estremamente importante per la Nazionale. Un giocatore decisivo».
Avete dato l'impressione di non fare più necessariamente affidamento su di lui.
«L'inizio della stagione nella MLS era alle porte, aveva solo pochi minuti nelle gambe. Era stato deciso che si sarebbe riposato nella prima partita e che avrebbe giocato dall'inizio nella seconda».
Quindi qual è il problema?
«Non bisogna sottovalutare il ritmo, la lunga pausa invernale e lo stile di gioco del campionato statunitense. In definitiva, la responsabilità è sua, come di tutti gli altri giocatori, che devono arrivare in forma».
Potrebbe essere una questione complicata per lei?
«Nessuno ha un piede come il suo. Se ha senso dal punto di vista del gioco e della tattica, ovviamente partirà titolare. Alla fine, deciderò quale è la formazione migliore a seconda dell'avversario».