«Gli azzurri hanno fatto la parte del pugile chiuso nell’angolo, con l’avversario che lo riempie di pugni»
Arno Rossini: «In azzurro mancano i leader. E in questo senso, invece, la Croazia è impareggiabile».
LIPSIA - Bellissima contro l’Albania, bruttissima contro la Spagna, all’Europeo l’Italia sta andando sulle montagne russe. La prossima fermata, per la truppa di Spalletti, è (questa sera, lunedì, ore 21) alla stazione di una Croazia balbettante ma affamatissima, imperfetta ma sempre pericolosissima.
«Che schiaffo ho preso seguendo la sfida tra gli azzurri e gli iberici - è intervenuto Arno Rossini - credevo che il livello raggiunto dai primi fosse diverso. Molto più alto. E invece mi sono dovuto ricredere. È stato uno shock. Quanto erano riusciti a fare contro l’Albania, reagendo al velocissimo svantaggio, mi aveva portato fuori strada».
Cosa non ha funzionato per l’Italia?
«La Spagna era più forte, lo si sapeva, Gli azzurri parevano comunque avere qualità importanti, utili per metterla in difficoltà. Queste probabilmente ci sono; se tuttavia l’atteggiamento è quello sbagliato, puoi anche essere bravissimo ma non la spunti».
Donnarumma e compagni non sono praticamente scesi in campo.
«Donnarumma lo ha fatto. Con i suoi incredibili interventi ha ricordato a tutti - come ce ne fosse bisogno - di essere un portiere eccezionale. A livello mentale soprattutto, gli altri invece hanno completamente fallito. Erano passivi, non pressavano nella giusta maniera, non ho visto nessuno ringhiare. L’Italia è stata imbarazzante, non trovo una parola migliore per descrivere quella prestazione».
Rodri, Pedri, Fabian Ruiz, Cucurella, Carvajal, Morata e gli imprendibili Yamal e Nico Williams…
«Tutti bravissimi, per carità. Gli ultimi due, soprattutto, hanno fatto molto bene. Però…».
Però?
«Di Lorenzo ha vissuto una serata pessima. E lo stesso ha fatto Dimarco. Ma un difensore deve impedire all’avversario di essere pericoloso. Con le buone o con le cattive. L’aggressività giusta, negli azzurri, io non l’ho vista. Jorginho si è mosso senza senso. Barella? Non pervenuto. Scamacca e Chiesa lì davanti? Mai sentiti. Mi sembravano dei ragazzetti messi lì per caso. Senza una guida. Ecco, quello manca a questa Italia: dei leader. Dei giocatori che, quando ci sono delle situazioni difficili, sanno come comportarsi. Prendersi delle responsabilità, dare l’esempio, anche alzare la voce… Il carisma ce l’hai o non ce l’hai. In questo senso la squadra di Spalletti è carente. Ha qualche buon giocatore, non ha degli uomini. E così, nella difficoltà appunto, non ha saputo reagire. Ha fatto la parte del pugile chiuso nell’angolo, con l’avversario che lo riempie di pugni».
Ad andare male è, alla fine, stata solo una partita.
«È stata la prestazione a essere negativa, non il risultato. E dopo una prestazione del genere, si fa fatica a essere ottimisti. Soprattutto se si tiene conto del fatto che gli azzurri si giocheranno il destino in un match “secco”, contro una Croazia complicata».
Che li segue in classifica.
«La generazione di campioni è al tramonto, è vero; in ogni caso io non me la sento di dare gli scaccati per finiti. In confronti come quello odierno servono soprattutto carattere e sangue freddo e in questo senso Modric e compagni sono impareggiabili».