I Mondiali, un affaraccio
Grandi investimenti, “piccoli” incassi. Almeno direttamente, il Qatar ci ha perso
DOHA - “I Mondiali sono un incredibile affare perché permettono di rilanciare - o comunque rendere più forte - l’economia del Paese che li ospita. Spingono forze politiche a remare tutte nella stessa direzione, dando loro la “scusa” per autorizzare e sostenere il rinnovamento di strutture e infrastrutture”. Questo ripetono senza sosta gli esperti. È per questo motivo, per la montagna di soldi in ballo, che delegazioni nobilissime - reali, capi di stato, sportivi di grido sono sempre in prima fila - si chinano al cospetto della FIFA sperando di essere scelte.
Ma è sempre così? Un recente studio dell’Economist ha mostrato come, davanti a investimenti ingenti, il “ritorno” non sia sempre garantito. Anzi. Parlando esclusivamente di quattrini (e non di possibili collaborazioni nazionali e internazionali nate in occasione della gestione di una Coppa del Mondo), solo l’edizione del 2018, in Russia, ha visto alla fine la bilancia pendere dalla parte dei guadagni. In Brasile, nel 2014, la spesa per la realizzazione delle opere fu, al tirar delle somme, a malapena coperta da quanto incassato accogliendo milioni di supporter da tutto il mondo. E molte delle infrastrutture (“rimangono a disposizione della collettività, sono il vero valore aggiunto”, è più volte stato sottolineato) sono state velocemente abbandonate finendo con l’essere giganti ammuffiti in mezzo al nulla. Sud Africa 2010 fu un grande spot per un Paese a lungo segnato dall'Apartheid e un "regalo" personale per Nelson Mandela. Un affare? Forse solo politico, dato che le uscite superarono di tre volte le entrate. La Germania, per il 2006, si rifece il look. Spese ma non riuscì - anche se per poco - a raggiungere la parità. Per Giappone e Corea del Sud infine, nel 2002 la Coppa del Mondo fu economicamente una mezza disgrazia. I due stati finirono infatti con l'"investire" una cifra quattro volte superiore a quella alla fine ritornata.
E il Qatar? Il Paese sul Golfo ha speso circa 300 miliardi di dollari per la costruzione di strutture scintillanti e comodissime per lo spettacolo e per i tifosi. Le prime stime riguardanti gli incassi sono però drammatiche. A Doha, alla fine di tutto, potrebbero infatti contare introiti per appena 17 miliardi.