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Dramma Zanardi: «Se c'è qualcuno che può farcela è proprio lui»

SIENADramma Zanardi: «Se c'è qualcuno che può farcela è proprio lui»

25.06.20 - 08:30
L'ex pilota di Formula 1 continua la sua battaglia al Policlinico di Siena. Alex Fontana: «Speriamo vinca anche questa».
keystone-sda.ch / STF (Mark J. Terrill)
Dramma Zanardi: «Se c'è qualcuno che può farcela è proprio lui»
L'ex pilota di Formula 1 continua la sua battaglia al Policlinico di Siena. Alex Fontana: «Speriamo vinca anche questa».
Sono giorni intensi e di grande apprensione per le condizioni del 53enne. Il pilota ticinese: «La sua vicenda ha colpito tutti. Speriamo che si riprenda e che non si arrivi ad un’altra situazione come quella di Schumi».
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SIENA - Vietato mollare e piangersi addosso, Alex non lo farebbe mai e di certo non lo vorrebbe. Questa è una della poche certezze legate al dramma che ha colpito Zanardi, fuoriclasse della vita e dello sport divenuto negli anni un autentico simbolo di rinascita e forza d’animo. Ex pilota di F1 e Champ Car già vittima nel 2001 di un terribile incidente in cui perse le gambe, il 53enne - pluricampione Olimpico nel paraciclismo - sta nuovamente lottando contro la morte al Policlinico Le Scotte di Siena. È lì che il guerriero resta ricoverato in terapia intensiva, dopo lo schianto in handbike e il delicato intervento neurochirurgico al quale è stato sottoposto.

«Speriamo vinca anche questa battaglia: se c’è qualcuno che può farcela è proprio Zanardi». Esordisce con questo messaggio di vicinanza e incoraggiamento Alex Fontana, pilota ticinese che - causa Covid-19 - dovrebbe tornare alle gare solo a settembre in Malesia nella GT World Challenge Asia.

«La sua vicenda ha colpito tutti, nel paddock e a qualche evento avevo avuto occasione di incrociarlo. Parlando con i colleghi si sono sempre spese parole d’ammirazione. È una di quelle persone su cui si sentono delle leggende, ma poi quando le si conoscono ci si accorge che è tutto vero. Da pilota poi non posso non aver letto la sua autobiografia: ho sempre seguito le sue tracce».

Nel mondo dei motori e dello sport è un autentico simbolo dell'ottimismo a oltranza.
«Sicuramente. Anche da pilota è sempre stato circondato da un’aura particolare. Mi spiego. In alcune gare poteva essere più lento o ritrovarsi in difficoltà, ma non pensava mai di essere battuto. In qualsiasi situazione si percepiva la sua forza mentale. Basti pensare al suo sorpasso iconico al “cavatappi” di Laguna Seca… è stato qualcosa di eccezionale. È sempre stato un personaggio di questo tipo e lo ha dimostrato anche dopo l’incidente del Lausitzring e l’amputazione di entrambe le gambe».

Insomma non si è mai dato per vinto.
«Nel 2001, al momento del risveglio in Ospedale, disse di vedere la metà rimasta e non quella mancante. Queste parole, perfette per inquadrarlo, furono poi accompagnate dai fatti. Quello che è riuscito a fare con l’handbike è straordinario».

Ora, purtroppo, la vita gli ha però riservato un altro duro colpo. Stando all’ultimo bollettino si mantengono stabili tutti i parametri, ma resta grave il quadro neurologico e il risveglio dalla sedazione non avverrà prima di 7-10 giorni.
«La speranza è che possa recuperare al 100%: ora dopo ora si attendono buone notizie. L’incidente? Praticando uno sport in cui si va a velocità elevate, c’è sempre una percentuale di rischio piuttosto alta. Al di là di cosa sia successo o del fato, sono sicuro che Zanardi ne fosse consapevole. Altrimenti non avrebbe mai iniziato questa seconda vita in handbike dopo l’incidente avuto sull’ovale. La speranza di tutti è che si riprenda e che non si arrivi ad un’altra situazione come quella di Michael Schumacher. Forza Alex! Incarnazione di coraggio». 

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