«Di solito si rompono i motori spinti al massimo, i nostri invece oltre a non andare si rompono pure».
Pessimo rientro per il Dottore. «Incredibile tanta differenza con la Suzuki».
VALENCIA - I tamponi in serie e, una volta avuta la certezza della negatività, il rientro in extremis, non hanno portato bene a Valentino Rossi, uscito con le ossa rotte dal GP d’Europa. A Valencia il Dottore si è infatti arreso presto, lasciato a piedi dal motore di una Yamaha con la quale quest’anno non ha mai trovato il giusto feeling. Nervoso, il pesarese non le ha mandate a dire, puntando il dito contro ingegneri e meccanici che curano la propulsione della moto.
«Nel nostro reparto motori c’è qualcosa che non funziona - ha graffiato il pesarese - di solito si rompono i motori spinti al massimo, invece i nostri oltre a non “andare”, si rompono pure. In questo momento il nostro riferimento è la Suzuki, dove sono riusciti a fondere il metodo giapponese con quello italiano-europeo. La MotoGP è cambiata molto, è diventata come la F1 e questo step credo che la Yamaha non l'abbia fatto. In Suzuki hanno capito qualcosa sulle gomme e noi no. È incredibile che ci sia tanta differenza».