Hamilton campione oltre la forza delle Mercedes.
Il britannico ha accelerato quando sembrava pronto a rallentare.
ISTANBUL - Aggettivi per descrivere Lewis Hamilton ne sono rimasti?
Probabilmente no, probabilmente sono stati consumati tutti. Negli ultimi quattro anni, poi, si è stati costretti a usare tutta la fantasia possibile per raccontare uno dei campioni più iconici e dominanti dello sport moderno.
La velocità, la grinta e anche la “cattiveria” del britannico non sono mai state in discussione. Solo si pensava che il tempo potesse ammorbidirlo e, di conseguenza, renderlo meno vincente. Il titolo ceduto a Rosberg nel 2016 pareva l’inizio del declino. E invece da lì, dalla rabbia per l’occasione persa, il 35enne non ha più alzato il piede dall’acceleratore. Il suo sprint lo ha portato a vincere in carrozza i quattro campionati successivi; l’ultimo è stato quello certificato ieri in Turchia.
I detrattori, dicono che Lew vince esclusivamente perché ha la macchina migliore. La più veloce e affidabile. Sicuramente la Mercedes è tutto ciò e gli permette di partire avvantaggiato sui rivali. La verità è però che, oltre per l’indubbia eccellenza della sua monoposto, Hamilton primeggia perché incredibilmente “dentro” la parte. È un campionissimo che si comporta da campionissimo. Vive per il suo sport, del quale conosce ogni piccolo segreto. E poi, non secondario, a differenza di qualche avversario non si avvilisce o sgonfia nelle difficoltà. Ha avuto passaggi difficili, ha fatto errori, è vero; non è tuttavia arrivato a 94 vittorie e 163 podi (e 97 pole) per caso. Ha saputo scalare tali vette (anche) perché estremamente sicuro di sé. Altro da aggiungere? Sì, a Istanbul ha pareggiato il numero di corone di Michael Schumacher. Ha firmato un primato che pareva irraggiungibile. Ora potrebbe godersi la pensione, pensando a come spendere i milioni guadagnati. Ma se è vero che vive di motori allora, nonostante la grande distanza tra domanda e offerta, adesso punterà al rinnovo milionario con la Mercedes. Per provare a diventare il più vincente di sempre. Forse anche il più grande.