A Monza si è imposto Verstappen, davanti a Leclerc e Russell anche se la gara è terminata con la Safety Car in pista.
Il pilota olandese (335 punti) guida la graduatoria davanti al monegasco della Ferrari (219) e a Sergio Perez (210).
MONZA - L'immagine copertina del GP d'Italia del centenario di Monza non è quella delle Frecce Tricolori, che volano sullo schieramento di partenza dando il via alla festa con il presidente Mattarella sull'attenti che ascolta l'inno di Mameli cantato da Bocelli. È l’immagine più bella e suggestiva, ma purtroppo il GP del Centenario verrà ricordato perché sotto la bandiera a scacchi, sventolata dal mitico Giacomo Agostini, è sfilata una colonna di monoposto allineate dietro la Safety Car. A Monza si è materializzato il peggior incubo degli appassionati: vedere una gara neutralizzata a una manciata di giri dalla fine e non godersi fino in fondo la festa. Sarebbe un po’ come sentire la bella della festa accettare il tuo invito a ballare quando il deejay annuncia che la musica è finita. Immagini d’altri tempi che però rendono l’idea (oggi i corteggiamenti si fanno sui social, poveretti).
Così i 150 mila di Monza hanno salutato il primo trionfo italiano di Verstappen tra i fischi che magari non erano per lui, ma non sono stati un bel sentire. Max ha vinto per l’undicesima volta in stagione, la quinta di fila e avrebbe vinto anche senza neutralizzazione della gara. Questa volta la dormita del direttore di corsa non ha cambiato il risultato della pista. Non c’è stato un effetto Abu Dhabi, ma la Formula 1 ha comunque perso un po’ di quell’immagine che si sta costruendo tra i giovani, battendo a ogni gara i record di presenze e di audience. La Formula 1, lo sport più tecnologico che c’è, ci ha fatto attendere più di quattro ore dopo la fine delle qualifiche per ufficializzare uno schieramento di partenza terremotato dalle penalizzazioni. Peggio della Var che fa annullare gol validi. C’è qualcosa da cambiare e va cambiato in fretta, un po’ come il regolamento che permette di concludere le gare dietro una Safety Car. Per rispetto degli spettatori va studiato qualcosa di diverso, magari basterebbe una bandiera rossa per interrompere la gara come un anno fa a Baku, anche perché non si vede che cosa possa esserci di più pericoloso di una gru in pista a levare una monoposto ferma. Insomma se la Ferrari deve crescere per diventare campione del mondo (magari senza aspettare il 2026 come dice il presidente Elkann), anche la Fia deve darsi una mossa per non perdere di colpo tutta la popolarità conquistata in questo periodo dorato.