Trionfi in MotoGP e Superbike, a Borgo Panigale la festa è completa dopo una stagione così stellare.
Vietato cullarsi sugli allori, ma in questo momenti - in ottica 2023 - nulla fa pensare che la superiorità della Rossa possa essere messa in discussione.
BORGO PANIGALE - Ducati caput mundi. Ne avevamo avuto il sentore in questi anni, ma adesso è una splendida realtà. Quello che un tempo era territorio di caccia riservato esclusivamente ai costruttori giapponesi, adesso è diventato appannaggio dell’industria motociclistica europea.
Di 20 gare disputate nel Motomondiale, il Vecchio Continente se ne è portate a casa ben 15 e, dopo tanti anni di bocconi amari, anche all’Aprilia è stato concesso di partecipare al banchetto iridato con la vittoria di Aleix Espargaró in Argentina che è entrata nella storia di Noale. Pure la KTM (2 successi) ha fatto vedere di esserci, anche se non ancora a tempo pieno. È comunque la Ducati ad avere fatto la voce grossa; 12 vittorie con i piloti del team ufficiale di oggi (Francesco Bagnaia e Jack Miller) e di domani (ancora Pecco ed Enea Bastianini) in una stagione straordinaria sotto tutti i punti di vista. Ma poi, a rendere la festa ancora più completa, ecco anche il trionfo di Alvaro Bautista in Superbike con la Panigale V4R del team Aruba, anche qui al termine di un campionato dominato sin dal primo atto.
Quindici anni è durato il lungo digiuno in MotoGP, un po’ meno, undici, quello in Superbike, ma anche se di certezze nel mondo dei motori è sempre pericoloso parlare (chi si sarebbe immaginato Lewis Hamilton incapace di vincere almeno una gara in F1 dopo i domini di questi anni? O, restando nel mondo delle due ruote, chi avrebbe scommesso sulle zero vittorie Honda in MotoGP?), ipotizzare la possibile nascita di un ciclo vincente Ducati in entrambi i campionati è tutt’altro che azzardato. Nel 2023 in MotoGP mancherà, ahinoi, quella Suzuki, il cui progetto era il più vincente assieme a quello della Rossa. Yamaha e Honda hanno sbandato nel test invernale, Aprilia sta crescendo ma bisognerà capire quanto riuscirà a solidificare quello che resta comunque un gran 2022… c’è poi la KTM, che con un mercato molto intelligente è andata a pescare nel passato e nel presente a Borgo Panigale, e potrebbe diventare il grande outsider, ma in questo momento nulla fa pensare che la superiorità tecnica, di piloti, organizzativa e gestionale della Ducati, possa essere messa in discussione.
Bagnaia e Bastianini sulla carta sono la coppia più forte che ci sia, la Desmosedici la moto migliore, la struttura la più completa (un monumento andrebbe fatto anche al collaudatore Michele Pirro per il lavoro fatto in questi anni). Il margine è forse più ridotto in Superbike, ma anche qui, con la scommessa vinta del ritorno dopo il brusco divorzio di due anni fa, il binomio Bautista-Ducati ha dimostrato di essere una spanna sopra tutti. In questi mesi sarà vietato cullarsi sugli allori, ma dopo una stagione così stellare, a Borgo Panigale è giusto godersi l’inverno più bello di sempre.