Come altrove, la polizia interviene decine di volte ogni giorno. E non sempre trova persone pronte ad ascoltarla.
SAN GALLO - Non solo in Ticino la polizia è costantemente impegnata nei controlli legati all’emergenza coronavirus. Anche a San Gallo, per esempio, gli agenti intervengono quotidianamente - seppur a un ritmo meno incalzante - per far rispettare le regole sul confinamento.
La problematica che si trovano ad affrontare più spesso, spiega un comunicato odierno della polizia cantonale, sono in particolare gli assembramenti di persone, che a volte si sciolgono di buon grado, altre meno: «Gran parte della gente si dimostra ragionevole e lascia i luoghi senza obiettare. In altri casi, però, gli assembramenti hanno dovuto essere sciolti dalla polizia e le persone rispedite a casa», si legge nella nota. A creare più spesso problemi sono giovani e giovani adulti.
Il bel tempo che regna anche sulla Svizzera orientale, del resto, non favorisce il confinamento: «Ha portato tantissime persone nei posti in cui si fanno sport come calcio e tennis», scrive la cantonale. «Anche loro hanno dovuto lasciare i luoghi se non si attenevano al numero massimo di cinque persone e non rispettavano la distanza minima prevista», continua.
Tra giovedì e venerdì mattina la polizia sangallese è dovuta intervenire 40 volte per simili situazioni. Dal 24 marzo scorso a questa parte il numero delle operazioni di polizia legate al coronavirus si aggira tra le 20 e le 30 al giorno, con un picco (guarda caso) domenica di 60 controlli.