Per l’epidemiologo Marcel Tanner i grandi supermercati dovrebbero ampliare le misure di sicurezza autonomamente
Ma Migros, Aldi, Lidl e Coop si affidano alle disposizioni di Confederazione e Cantoni
BERNA - Nei cantoni Giura, Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Basilea Città la mascherina è obbligatoria non solo nei mezzi pubblici, ma anche all’interno dei negozi. Zurigo deciderà oggi. In Ticino la misura è stata ritenuta «non proporzionata» al momento, considerato che i nuovi casi di coronavirus giornalieri restano sotto alle dieci unità. «Ma perché aspettare?», si domanda l’epidemiologo basilese Marcel Tanner, presidente dell'Accademia svizzera delle arti e delle scienze e membro della task-force sul Covid-19 allestito dalla Confederazione.
Per Tanner i supermercati dovrebbero assumersi delle responsabilità, anche nei confronti dei loro clienti. «Se necessario, dovrebbero essere loro a considerare di chiedere ai clienti di indossare la mascherina, ad esempio se il negozio è troppo pieno e la distanza non può essere mantenuta - ha spiegato a 20 Minuten -. I piani di protezione devono poter mutare ed essere adattati alle situazioni». Una pratica già attuata in alcune catene americane come Walmart, Costco e Target.
L’epidemiologo ritiene che debba essere la situazione a livello locale a “dettare le regole”. «Non per forza indossare la mascherina risulta necessario in qualunque momento in ogni negozio dell’intero cantone - spiega ancora -. Bisogna considerare l’ampiezza del locale, l’affluenza di clienti».
Cosa pensa la politica? Per Yvonne Feri, consigliera nazionale del Partito socialista, «è invece importante che ci pensino i Cantoni. Anche per evitare che alcuni negozi vengano svantaggiati e i clienti li boicottino. Fare indossare la mascherina protegge la popolazione e sensibilizza sul fatto che il virus è ancora in circolazione». Erich Ettlin (PPD), vicepresidente della Commissione della sicurezza sociale e della sanità degli Stati, sostiene che il federalismo sia la misura più efficace in questo caso. Andreas Glarner, consigliere nazionale UDC, dal canto suo ritiene sufficiente il posizionamento all’entrata della segnaletica che indica il numero massimo di clienti che possono entrare nei negozi.
Migros non è favorevole alla proposta dell’epidemiologo Tanner e difende i piani di protezione applicati finora. «Non ci sono stati focolai né tra i dipendenti né tra i clienti - spiega il portavoce Patrick Stöpper - e la mascherina non è attualmente necessaria». Dello stesso avviso è Aldi: «Non è nei nostri piani prendere l’iniziativa di inserire tale obbligo nelle nostre filiali», chiarisce il portavoce Philippe Vetterli. Anche Lidl «si affida alle decisioni prese dalle autorità», così come Coop: «Siamo pronti qualora venisse introdotto l’obbligo di mascherina in tutte le filiali della Svizzera - aggiunge la portavoce Marilena Baiatu -. Ma non è prevista da parte nostra la decisione autonoma di introdurlo».