Il Tribunale federale ha deciso di respingere il ricorso di un ginevrino.
Questi affermava che la metà dei voti contrari all'iniziativa si sarebbero aggiunti a quelli favorevoli se la Radiotelevisione svizzera non avesse «nascosto delle informazioni».
LOSANNA - La votazione del 4 marzo 2018 sull'iniziativa "No Billag" (Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo") non è annullata. Il Tribunale federale (TF) respinge il ricorso di un cittadino ginevrino che invocava le rivelazioni del giornale "Le Temps" sulle disfunzioni in seno alla RTS.
Condizioni non soddisfatte - In una sentenza pubblicata oggi il Tribunale federale ricorda che devono essere soddisfatte condizioni molto severe per ottenere il controllo della regolarità di una votazione federale sulla sola base della Costituzione. Deve essere condotta una ponderazione degli interessi che tenga conto della differenza di voti, dell'influenza delle irregolarità sul risultato del voto e della sicurezza del diritto.
Nel caso specifico, la prima Corte di diritto pubblico constata che l'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo" è stata respinta da una larga maggioranza dei votanti (71,6%) e da tutti i cantoni. La situazione è quindi molto diversa da quella che ha portato nel 2019 all'annullamento da parte del Tribunale federale della votazione del 28 febbraio 2016 sull'iniziativa popolare "Per il matrimonio e la famiglia" a causa di informazioni errate del Consiglio federale. Il testo era stato respinto dal 50,8% dei cittadini e accettato dalla maggioranza dei cantoni.
Argomentazione insufficiente - Secondo i giudici, l'argomentazione del ricorrente non è sufficiente a dimostrare che la conoscenza da parte del pubblico delle disfunzioni rivelate successivamente da "Le Temps" avrebbe potuto avere un'influenza determinante sulla votazione "No Billag", il cui risultato era molto chiaro. Il ginevrino affermava che la metà dei voti contrari all'iniziativa si sarebbero aggiunti a quelli favorevoli se la Radiotelevisione svizzera non avesse «nascosto delle informazioni».
Il 31 ottobre 2020, il quotidiano "Le Temps" ha pubblicato un'ampia inchiesta che denunciava molestie sessuali, gesti inappropriati e abusi di potere alla RTS. Diversi dipendenti erano messi in discussione. Un'indagine interna ha confermato una parte dei fatti denunciati.