Karin Keller-Sutter non usa giri di parole per definire le atrocità commesse dall'esercito russo a Bucha.
Nella giornata di ieri il presidente della Confederazione era stato più cauto, precisando che sarebbe spettato a un Tribunale esprimersi eventualmente in questi termini.
BERNA - Contrariamente al presidente della Confederazione Ignazio Cassis, la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter non ha esitato a usare l'espressione «crimini di guerra» per definire le presunte atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina.
«Concernente le immagini che vediamo di questo massacro, è ovvio che potrebbero essere crimini di guerra», ha detto Keller-Sutter alla televisione svizzero-tedesca SRF, a margine della sua visita di lavoro a Berlino.
Secondo le Convenzioni di Ginevra, questi crimini sono punibili. Anche il Codice penale svizzero considera un crimine di guerra l'uccisione di civili e la distruzione d'infrastrutture civili. Ma tutto questo dovrà essere chiarito. La Svizzera farà la sua parte.
Ieri Cassis era stato più cauto: «Le immagini di Bucha che abbiamo visto ci hanno profondamente scioccato in quanto esseri umani», ma per il consigliere federale non bisogna reagire d'impulso. Il presidente della Confederazione ha evitato il termine «crimini di guerra» dicendo che spetta a un tribunale esprimersi eventualmente in questi termini.