HotellerieSuisse chiede alla politica soluzioni pragmatiche, come sfruttare il potenziale degli stranieri qualificati
BERNA - Mentre la carenza di personale qualificato nel ramo alberghiero e della ristorazione si sta acuendo, gli attuali indici che dovrebbero rilevarla la registrano in modo imperfetto, per vari motivi. «La base statistica è attualmente indietro rispetto al settore. Sono quindi necessarie nuove soluzioni per poter illustrare meglio il problema» afferma Andreas Züllig, presidente di HotellerieSuisse.
Carenze degli attuali indici - Una ricerca dell’ufficio per gli studi di politica sociale e del lavoro BASS AG critica gli attuali indici e ne evidenzia i punti deboli. Secondo lo studio, gli indici utilizzati sottovalutano nettamente l’entità della carenza di personale qualificato nel settore alberghiero e della ristorazione. La principale causa di tale distorsione è il fatto che utilizzano il numero di disoccupati nel settore, che è solo parzialmente significativo.
Tasso basso di collocamento nel settore - Secondo la ricerca, l’elevato tasso di disoccupazione registrato nel settore alberghiero e della ristorazione è dovuto più allo squilibrio tra le competenze offerte e quelle richieste che all’elevato numero di lavoratori qualificati disponibili, come invece rilevato erroneamente dagli attuali indici.
Dei dossier che l’anno scorso sono stati inviati alle aziende nell’ambito dell’obbligo di notifica delle offerte di lavoro, solo il 4.6% ha portato a un’assunzione. La carenza soprattutto di personale qualificato si vede anche dai posti di lavoro pubblicati. Dei 66'005 nuovi posti vacanti l’anno scorso, solo 9'800 erano per personale ausiliario.
La distorsione è specifica del settore - Lo studio dimostra inoltre che l’attuale metodo di rilevazione comporta distorsioni tra i settori. HotellerieSuisse chiede pertanto una rilevazione più realistica che tenga conto di tutti i settori, poiché la Confederazione ne deriva misure per il mercato del lavoro e impone obblighi alle aziende (obbligo di notifica delle offerte di lavoro).
Per questo l’associazione sostiene anche il postulato Regazzi (22.3613) "Carenza di personale qualificato nelle PMI. Servono cifre attendibili". In esso si chiede alla SECO e all’Ufficio federale di statistica di elaborare, in stretta collaborazione con l’economia, un metodo di calcolo realistico della carenza di personale specializzato. L’associazione si attende che la relazione così ottenuta rifletta la situazione effettiva delle PMI svizzere sul mercato del lavoro.
Sfruttare il potenziale di straniere e stranieri qualificati - Un possibile approccio per ovviare alla grave carenza di personale qualificato, per HotellerieSuisse, è il ricorso a quello di origine straniera. «I giovani e le giovani che hanno concluso una formazione professionale superiore sono particolarmente adatti a questo scopo. Si tratta di una forza lavoro preziosa che, da un lato, possiede le qualifiche necessarie e, dall’altro, ha già familiarità con il mondo del lavoro svizzero, perché la pratica è parte integrante della formazione professionale superiore».
La nuova mozione chiede approcci pragmatici - HotellerieSuisse accoglie quindi con favore la nuova mozione presentata dal ristoratore e Consigliere nazionale Mustafa Atici. In tale documento, Atici chiede che gli specialisti e le specialiste di paesi terzi che hanno assolto una formazione professionale superiore in Svizzera possano lavorare qui in modo semplice e non burocratico, beneficiando delle stesse regole valevoli per chi ha assolto una scuola universitaria. Contrariamente a questi ultimi, chi ha concluso una scuola professionale superiore o superato un esame federale non può rimanere in Svizzera nonostante gli ottimi presupposti. L’obiettivo della mozione è evitare che giovani specialisti altamente qualificati lascino il paese perché, a causa dei contingenti esauriti, non possono essere assunti subito dopo il termine degli studi.