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SVIZZERAQuei finanziamenti fatti dall'industria del tabacco a musei e teatri svizzeri

26.11.24 - 11:32
Non mera filantropia. Dietro a questo denaro, una pura strategia commerciale ben definita.
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Fonte Oxysuisse
Quei finanziamenti fatti dall'industria del tabacco a musei e teatri svizzeri
Non mera filantropia. Dietro a questo denaro, una pura strategia commerciale ben definita.

BERNA - Sono diverse le organizzazioni sociali e culturali della Svizzera a ricevere finanziamenti dall'industria del tabacco. Lo sostiene un nuovo rapporto di "Transparency and Truth", realizzato da AT Svizzera e pubblicato oggi da OxySuisse. In particolare, stando all'indagine, sono coinvolti il Grand Théâtre di Ginevra, il Kunsthaus di Zurigo, il Centre Social Protestant di Neuchâtel e l’Aiuto Svizzero alla Montagna. «Questi contributi - scrivono - fanno parte di una strategia commerciale ben definita». L'obiettivo è infatti quello di sensibilizzare le organizzazioni finanziate dall'industria del tabacco «sulle manipolazioni di cui sono vittime e avviare un dialogo per trovare soluzioni alternative a questa fonte di finanziamento».

Malgrado infatti queste donazioni possano sembrare donazioni filantropiche disinteressate, «l'analisi dei documenti interni dell'industria rivela una realtà diversa: questi contributi "generosi" sono in realtà strumenti di pubbliche relazioni volti a creare legami con la società civile, migliorare la propria immagine e generare un senso di "gratitudine" da parte di queste organizzazioni. L'obiettivo è creare una rete di alleati pronti a difendere gli interessi dell'industria del tabacco», alleati che solitamente dovrebbero essere critici nei confronti del tabagismo.

Stando ai dati rintracciati, nel 2023 le donazioni ufficialmente dichiarate da Philip Morris e Japan Tobacco International a organizzazioni sociali in Svizzera ammontavano a circa 380 mila franchi. Dati che però mancherebbero di trasparenza: «Alcune organizzazioni beneficiarie, che menzionano nei loro rapporti annuali di ricevere fondi da queste industrie, non compaiono nelle dichiarazioni ufficiali. Inoltre, i produttori di sigarette non pubblicano alcun elenco preciso delle donazioni destinate alle organizzazioni culturali», viene sottolineato nel comunicato stampa diffuso.

Dietro, infatti, sembrerebbe che si nasconda una strategia ben orchestrata. Un sospetto confermato dalle parole di Philip Morris: «Ha affermato di voler fare in modo che "le donazioni caritatevoli siano guidate dai nostri obiettivi commerciali aziendali" basandosi sul seguente criterio: "Queste donazioni possono aiutarci politicamente?"».

Inoltre, «l'articolo 13 della Convenzione quadro dell'OMS per la lotta al tabagismo - che la Svizzera ha firmato ma non ratificato - raccomanda di vietare tali contributi dell'industria del tabacco, giustamente considerati come parte della sua strategia commerciale», proseguono. «L'iniziativa "Giovani senza tabacco" è un passo in questa direzione, ma attualmente è seriamente indebolita dall'intensa attività di lobbying dell'industria del tabacco all'interno del Parlamento svizzero».


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