Sono 16,7 milioni i siriani che oggi dipendono dagli aiuti. Il DFAE: «La Svizzera segue da vicino la situazione umanitaria»
BERNA - La Confederazione destina 60 milioni di franchi per l'aiuto umanitario in Siria e nei paesi limitrofi. I fondi sono stati promessi in occasione dell'ottava Conferenza di Bruxelles sulla Siria, tenutasi oggi.
Il contributo costituisce la prova tangibile del proseguimento dell'impegno di lunga data di Berna per alleviare le sofferenze della popolazione confrontata con un conflitto iniziato nel 2011 e con le conseguenze dei terremoti del febbraio dello scorso anno, indica un comunicato diramato questa sera dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
La Svizzera, come tutti i partecipanti alla conferenza organizzata dall'Unione europea, assicura inoltre di continuare a impegnarsi per trovare una soluzione politica al conflitto mediata dalle Nazioni Unite. Berna ospita del resto il processo di pace dell'Onu a Ginevra, coinvolgendo la società civile e facendo leva sul suo ruolo di membro del Consiglio di sicurezza.
La Confederazione si attiva pure per fare luce sul destino delle persone incarcerate e scomparse. Accoglie pertanto con favore la creazione della nuova istituzione indipendente per la ricerca delle persone scomparse in Siria, con sede nella città di Calvino.
Il numero di siriani che dipendono dagli aiuti umanitari è passato da 11 milioni nel 2020 a 16,7 milioni nel 2024, una cifra che corrisponde a quasi tre quarti della popolazione totale. I problemi più urgenti sono l'approvvigionamento di generi alimentari e acqua, ma anche la mancanza di offerte formative, assistenza sanitaria, alloggi e strutture sanitarie.