Il Consiglio nazionale ha riesumato oggi il controprogetto indiretto all'iniziativa affossato lo scorso autunno.
Contrari UDC e la maggioranza del gruppo del Centro. Per il vodese Buffat «serve solo per pulirsi la coscienza», mentre per l'argoviese Bircher «mette in pericolo il sistema di milizia». Non la pensa così Marra: «Il regno dell'opacità è durato abbastanza a lungo».
BERNA - Il finanziamento della politica sarà più trasparente. Il Consiglio nazionale ha riesumato oggi - con 113 voti contro 78 e 3 astenuti - il controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Più trasparenza nel finanziamento della politica" affossato lo scorso autunno dal plenum. Il dossier torna agli Stati per l'esame delle divergenze.
Come detto, in prima lettura la modifica della legge federale sui diritti politici era stata bocciata dalla Camera del popolo dopo che questa aveva annacquato il progetto rifiutando in particolare di rendere pubbliche le donazioni versate ai partiti. Senza questa disposizione, la legge era stata definita un «involucro vuoto» da molti consiglieri nazionali.
Il Consiglio degli Stati aveva invece - per due volte - approvato la riforma, rendendola anche più severa rispetto al progetto iniziale della sua Commissione delle istituzioni politiche. Oggi anche il Nazionale ha infine ritenuto che al pari di diversi Cantoni e Comuni, anche a livello federale è necessaria maggiore trasparenza circa il finanziamento della politica.
Solo l'UDC e la maggioranza del gruppo del Centro si è opposto. «Il testo serve solo per pulirsi la coscienza», ha sostenuto Michaël Buffat (UDC/VD). «Non migliorerà in alcun modo la trasparenza per la popolazione».
La trasparenza è impossibile da raggiungere, perché ci sono molti modi per aggirarla. Il progetto imporrà invece una «enorme burocrazia» all'amministrazione e ai partiti, i cui rappresentanti hanno anche un lavoro oltre al loro mandato politico. «Il nostro sistema di milizia sarebbe in pericolo», ha sostenuto Martina Bircher (UDC/AG).
«Il regno dell'opacità è durato abbastanza a lungo», ha replicato Ada Marra (PS/VD). «È un diritto dei cittadini avere queste informazioni», ha aggiunto Greta Gysin (Verdi/TI). Il popolo vuole sapere come vengono finanziate le campagne elettorali e referendarie.
Corina Gredig (PVL/ZH), a nome della commissione, ha parlato di credibilità: «Dobbiamo impegnarci affinché la politica, il nostro lavoro, riacquisti più credibilità». Il controprogetto riprende le preoccupazioni della popolazione e le attua a livello legislativo invece che costituzionale.
Oggi, durante l'esame della legge, il Nazionale ha deciso che i partiti dovranno comunicare ogni anno bilancio e conti. Con 118 voti contro 76 ha inoltre abbassato da 25 mila franchi a 15 mila la soglia a partire dalla quale va pubblicata l'origine delle donazioni (per le campagne elettorali e di voto tale limite è di 50 mila franchi).
Questo aspetto è al centro del controprogetto. La soglia di 15'000 franchi è un compromesso proposto da Andri Silberschmidt (PLR/ZH) tra i 10'000 chiesti dalla sinistra (e dall'iniziativa) e i 25'000 proposti dagli Stati. In questo modo si spera che il comitato d'iniziativa ritiri la sua proposta di modifica costituzionale.
La Camera del popolo si è poi espressa a favore di alcune aggiunte al progetto della Camera dei cantoni: con 117 voti contro 77 voti ha deciso che i partiti devono rendere pubblici anche i contributi ricevuti dai loro rappresentanti eletti a un mandato pubblico. Con 139 voti contro 55 ha inoltre stabilito che i membri del Consiglio degli Stati sono tenuti a rendere pubblico il budget della loro campagna elettorale.
L'iniziativa - L'iniziativa popolare "Per più trasparenza nel finanziamento della politica (Iniziativa sulla trasparenza)" - sostenuta da un comitato nel quale figurano fra gli altri esponenti di PS, Verdi, PBD e PEV - esige che i partiti politici rendano pubbliche tutte le donazioni del valore superiore a 10'000 franchi all'anno. Le formazioni rappresentate all'Assemblea federale dovrebbero inoltre pubblicare la lista dei "regali" ricevuti da persone fisiche o giuridiche.
Anche i conti annuali vanno resi noti, pubblicando il bilancio e indicando gli utili o le perdite realizzate. I partiti e i candidati che spendono più di 100'000 franchi per una campagna elettorale o di votazione dovrebbero poi presentare il loro budget prima dello scrutinio precisando la provenienza dei fondi superiori ai 10'000 franchi. L'iniziativa vieta inoltre l'accettazione di donazioni anonime in denaro o in natura, prevedendo comunque delle eccezioni. Il Consiglio degli Stati ha già bocciato la proposta di modifica costituzionale. Il Nazionale non ha invece ancora espresso la sua raccomandazione di voto.