Per i democentristi la politica d'asilo della Confederazione ha fallito: «La maggior parte dei richiedenti è spinto da ragioni economiche».
BERNA - In Svizzera arrivano troppi stranieri e quelli sbagliati. Ne è convinta l'UDC che, in un documento programmatico in vista delle elezioni di autunno, auspica lo spostamento delle procedure di asilo al di fuori dei confini nazionali e l'allontanamento sistematico dei clandestini.
Per il maggior partito svizzero, la politica d'asilo della Confederazione ha fallito. «Ogni anno arrivano decine di migliaia di persone, la maggior parte delle quali immigra direttamente nei nostri sistemi di assistenza sociale», precisa il presidente dell'UDC, Marco Chiesa, citato in un comunicato.
Secondo il consigliere agli Stati ticinese, i dati rispecchiano questo fallimento: il Consiglio federale prevede fino a 40 mila nuove richieste di asilo per l'anno corrente, mentre nel frattempo «gli ingressi illegali stanno esplodendo: l'anno scorso, le guardie di frontiera hanno registrato più di 52 mila clandestini».
Politica del secolo scorso
Per il consigliere nazionale Gregor Rutz (ZH), la Svizzera deve ripensare la propria politica d'immigrazione: la maggior parte dei i 103 milioni di rifugiati attuali si trova all'interno dello Stato di appartenenza e il 70% in un paese vicino.
Insomma, «la maggior parte degli aspiranti richiedenti asilo - 20 milioni secondo l'ONU - sono giovani uomini senza una motivazione, come potrebbe essere una guerra o una catastrofe naturale, per richiedere l'asilo, ma sono spinti da altre ragioni, soprattutto economiche». Questa situazione globale si rispecchia secondo Rutz nell'esplosione di richieste d'asilo, nella stragrande maggioranza dei casi del tutto immotivate.
A queste persone si aggiungono coloro che sono entrati in Svizzera senza documenti, commettendo un reato tra l'altro ha fatto notare il deputato zurighese. Purtroppo, ha lamentato Rutz, queste persone vengono sovente premiate con lo status di «ammissione provvisoria», ciò che di fatto consente loro di restare per sempre. Ciò accade perché il sistema è completamente sovraccarico: non si possono semplicemente aprire procedure penali per orni clandestino quando si è confrontati con una simile valanga si persone.
Per il deputato zurighese, di fronte a questa situazione, la Svizzera è rimasta ancorata a una politica d'immigrazione di 150 anni fa, che non tiene conto del fatto che il fenomeno migratorio è ormai globale; al momento sappiamo solo ragionare in numero di posti letto disponibili nelle palestre, denotando incapacità di pensare e agire per cambiare la situazione.
Procedure fuori da spazio Schengen
Per questo, «se si vuole tenere sotto controllo il turismo dell'asilo, bisogna fare in modo che i migranti non abbiano alcuna motivazione per venire in Europa». Come? Spostando le procedure di asilo in centri di accoglienza fuori dai confini del Paese, ha spiegato Rutz facendo l'esempio della Gran Bretagna e del suo accordo col Ruanda, oppure delle riflessioni simili in seno ai governi di Danimarca e Austria. Spostando le procedure di asilo all'esterno dello spazio Schengen, ha sottolineato Rutz, verrebbe anche assestato un duro colpo alle bande criminali di trafficanti di esseri umani.
Sovrappopolazione
Per il consigliere nazionale Andreas Glarner (AG), i clandestini andrebbero espulsi sistematicamente. Si tratta anche di una questione di costi, per il deputato. Il sistema-asilo è talmente sotto pressione che diversi cantoni - Argovia e Lucerna - hanno dichiarato lo stato di emergenza. «A causa di una politica d'asilo sbagliata, i costi per l'assistenza sociale, l'istruzione e la sanità stanno esplodendo», gli ha fatto eco la consigliera nazionale argoviese Martina Bircher.
Glarner ha anche accennato al forte aumento della popolazione in Svizzera, soprattutto di stranieri, dovuto sia alla libera circolazione che all'arrivo di migranti da culture sovente in contrasto con i nostri valori. «Questo fenomeno sta mettendo in difficoltà le scuole e il processo di integrazione, ha sottolineato. In molti istituti, i bambini svizzeri rappresentano oramai una minoranza».
«In pericolo libertà e sicurezza»
Dal canto suo, Céline Amaudruz, consigliera nazionale di Ginevra, ha sostenuto che «i falsi asilanti mettono in pericolo la libertà e la sicurezza della Svizzera», specie quelli musulmani che immigrano da culture che disprezzano le donne. «Le conseguenze - per la deputata democentrista - sono drammatiche, come dimostra l'aumento dei casi di violenza domestica e persino di omicidio».