In Ticino è record di funghi raccolti in queste settimane. Le Società micologiche invocano più controlli di polizia
BELLINZONA - In questi giorni c'è una processione alla porta di Remo Giambonini, a Gordola. È un effetto del cambiamento climatico. Il secco estivo ha portato a una stagione record per i fungiatt, che per sicurezza fanno esaminare il bottino a “controllori” autorizzati.
Scherzi del clima - Ce ne sono una trentina in Ticino, come Giambonini. «Esaminiamo il raccolto, requisiamo quelli velenosi, diamo consigli». Quest'estate hanno avuto molto da fare. «Abbiamo visto quantitativi enormi a tutte le altitudini, e specie che fino a poco tempo fa non crescevano dalle nostre parti, come l'amanita cesarea» spiega l'esperto. «Non si vedeva niente di simile dall'anno di Chernobyl».
«Nessun controllo» - Detta così, non suona come una buona notizia. E in effetti il boom del fungo – e dei fungiatt più o meno improvvisati – ha qualche effetto collaterale in Ticino. La Società micologica locarnese conta ormai duecento soci e Giambonini, responsabile scientifico, è preoccupato: «Stiamo assistendo a una proliferazione massiccia, ma sui quantitativi raccolti non esiste nessun controllo da parte delle autorità, a differenza di quanto avviene in altri cantoni».
L'esempio grigionese - Né il canton Ticino né i Grigioni hanno a disposizione statistiche sui fungiatt "pizzicati" con raccolti oltre i limiti di legge, e multati di conseguenza. Il sospetto, però, è che i numeri siano molto diversi. A nord di San Vittore «vengono effettuati controlli di polizia e puntuali posti di blocco nei punti sensibili» assicura Giambonini. «In Ticino nulla di tutto ciò. Noi volontari, più che sensibilizzare e formare gli appassionati, non possiamo fare».
Sette intossicati - Che ce ne sia bisogno, lo dicono i dati dell'istituto ToxInfo Suisse dell'università di Zurigo: negli ultimi due mesi sono già sette i cercatori di funghi intossicati in Ticino. E l'alta stagione (autunnale) non è ancora inziata. L'anno scorso i casi erano stati 15 in tutto, quello prima 19. «È importante sottolineare che non esiste un obbligo di registrazione per gli intossicati» spiega la capoclinica Katharina Schenk-Jäger. «Registriamo solo i casi che ci vengono segnalati».
La mania spopola sul web - Il fenomeno è alimentato anche dai social. «Una volta le notizie tra fungiatt correvano per telefono e passaparola» spiega Ermes Balmelli della Società micologica di Lugano. «Oggi la condivisione è enorme, e nei boschi si riversano masse di persone spesso non rispettose della natura, e delle regole». La legge impone un massimo di 3kg raccolti a persona. Ma le foto postate su alcuni gruppi Facebook ticinesi dedicati ai fungiatt (che contano migliaia di iscritti) fanno sospettare frequenti infrazioni. Le polemiche sui frontalieri del fungo e le minacce da far west – il «taglio delle gomme» in particolare – ricorrono spesso. Del resto «è vero che i controlli sono molto carenti sul territorio» conferma Balmelli. «C'è il rischio di degenerare».