Respinto il ricorso dei parenti delle vittime. Nessuno può essere accusato di negligenza
BONDO - Il Tribunale cantonale dei Grigioni è giunto alla conclusione, al pari della Procura pubblica cantonale, che l'enorme frana staccatasi dal Pizzo Cengalo nell'agosto del 2017 non poteva essere prevista. Il ricorso contro il decreto di abbandono è stato respinto.
Il caso era approdato sui banchi del Tribunale cantonale di Coira in seguito al ricorso presentato dall'avvocato dei parenti delle vittime. Nessuno potrà pertanto essere accusato di negligenza per la tragedia verificatasi tre anni or sono.
La Procura ha confermato a Keystone-ATS la decisione, presa dal Tribunale cantonale lo scorso 10 gennaio e anticipata oggi dalla trasmissione Rsi "Grigioni sera", che ha sentito la sindaca di Bregaglia e consigliera nazionale Anna Giacometti.
L'abbandono dell'inchiesta non è però ancora definitivo: può essere presentato ricorso al Tribunale federale entro 30 giorni.
Il 23 agosto 2017 nella Val Bondasca, vicino a Bondo, otto escursionisti provenienti da Germania, Austria e Svizzera avevano trovato la morte in una delle più grandi frane mai verificatasi in Svizzera negli ultimi 130 anni.
Secondo l'avvocato dei parenti delle vittime le misurazioni effettuate circa due settimane prima avevano dimostrato che i movimenti della massa rocciosa instabile sul Piz Cengalo erano aumentati in modo molto rilevante. Si sapeva insomma, a suo dire, che si sarebbe potuta verificare una grande frana.