Secondo alcuni le iscrizioni ai corsi per adulti sarebbero in calo. Forse a causa della pandemia. Ma il DECS smentisce.
Emergono tuttavia alcuni trend particolari: la contabilità va forte soprattutto online, mentre cultura generale, benessere e arte beneficiano del ritorno in presenza. Le lingue "balbettano".
BELLINZONA - Da qualche giorno si vocifera di un cospicuo calo in merito alle iscrizioni dei corsi per adulti. Cosa c'è di vero? E quali sarebbero le cause? Ne abbiamo parlato con Manuela Courbon Guggiari, direttrice dell’Istituto della formazione continua del DECS.
Confermate il trend negativo?
«A un solo mese dall’apertura delle iscrizioni, ci è difficile fare una stima. Osserviamo però delle tendenze. Si direbbe, ad esempio, che le persone siano meno disponibili a frequentare corsi non strettamente professionali. È una constatazione comune a tutti gli enti che offrono formazione continua».
E per tutti gli altri corsi?
«Allo stato attuale delle cose possiamo dire che abbiamo confermato oltre il 60% dei corsi. In totale 609, di cui 392 in presenza, 98 online e 119 previsti in presenza ma capaci di passare online. La cifra complessiva dei corsi è in aumento, in linea con quanto riscontrato negli anni precedenti».
Quanto pesa l'obbligo di Certificato Covid per le attività al chiuso?
«Al momento richiediamo il certificato Covid unicamente per i corsi di enologia, che stanno riscuotendo il successo di sempre. Dalla primavera 2022, a meno che la situazione pandemica non migliori e il Consiglio federale non modifichi le disposizioni oggi previste per la formazione continua, verrà richiesto il certificato Covid per tutti i corsi che si svolgeranno in presenza e al chiuso».
Perché dalla prossima primavera? Non è un po' fuori dal tempo come scelta?
«Assodata l’efficacia del nostro piano di protezione contro la pandemia in corso, va detto che le misure federali ci lasciano libertà di scelta, come per gli istituti universitari, sulla richiesta o meno del Certificato Covid. I Corsi per adulti vengono organizzati sei mesi prima la loro entrata in funzione e dunque non abbiamo potuto anticipare una misura che a quel momento il Consiglio federale non aveva ancora deciso».
Concretamente quali sono i corsi che stanno tirando e quali no?
«I corsi di informatica o comunque legati alle nuove tecnologie hanno conosciuto un’impennata durante la pandemia grazie all’offerta online; ora stiamo registrando un numero d'iscrizioni simile a quello delle altre stagioni. Constatiamo una crescita d'iscrizioni per le proposte online di contabilità, rispetto ai corsi proposti in presenza. I corsi di cultura generale, movimento e benessere, arte e creatività ed enogastronomia stanno avendo più successo con il ritorno dell’offerta in presenza. Meno bene, per contro, quelli di lingue».
Una bella riconquista quella delle lezioni in presenza. O no?
«Certo. I nostri corsisti attendevano di riprendere la frequenza considerata fra l’altro la possibilità di condividere e socializzare; caratteristiche che hanno sempre contraddistinto i corsi per adulti».