Chiusura delle discoteche, test regolari in scuole e aziende. La ricetta di Cerny contro Omicron
Per i virologo della Moncucco è il momento di introdurre nuove restrizioni. Fino a quando non sarà disponibile un vaccino specifico per la nuova variante
LUGANO - Da isola felice a epicentro del terremoto-Omicron. Il Ticino questa settimana è tornato sotto la lente della task force federale: dalla Clinica Moncucco, dove da giorni si riversano code di persone a farsi testare, il virologo Andreas Cerny ha lanciato un appello a Berna - passando da Bellinzona - condiviso da diversi colleghi. Con l'anno nuovo - dice - servono nuove restrizioni per fermare la variante.
«Le misure attuali sono state adottate tardivamente e senza ulteriori passi i contagi andranno avanti a crescere in modo esponenziale» afferma il medico. Le proiezioni pubblicate lunedì dalla Task Force prevedono lo sforamento della soglia dei 25mila casi giornalieri in Svizzera dal 2 gennaio. Il "ribaltone" in Ticino secondo Cerny è dovuto, sostanzialmente, a una sottovalutazione dei rischi. «Si è fatto troppo poco e le tempistiche non hanno giocato a favore. A fine novembre si è permesso al virus di circolare liberamente nelle scuole e nelle attività di svago, in una parte della popolazione poco protetta dalla vaccinazione».
I giovani tra i 10 e i 19 anni hanno portato poi il virus nelle case, durante le festività natalizie. La ricetta di Cerny per Capodanno si spinge oltre alle raccomandazioni del Consiglio di Stato e prevede di «limitare gli incontri sociali a solo due nuclei familiari, idealmente facendo il test antigenico soprattutto se vi prendono parte persone vulnerabili». Niente grandi feste dunque, e niente discoteca. «Tutte le attività dove il porto della mascherina non può essere garantito, ad esempio i locali notturni, dovrebbero essere chiusi al più presto».
Misure che, secondo il virologo, andrebbero mantenute anche dopo le festività. Al rientro dalle vacanze, le scuole dovrebbero «implementare programmi di test regolari almeno due volte alla settimana» e lo stesso andrebbe fatto nelle aziende dove non è possibile il telelavoro. Misure «da introdurre al più presto» e da mantenere finché l'ondata (la sesta) non sarà passata «per davvero». Per Cerny questo avverrà «probabilmente con una nuova campagna vaccinale specificamente calibrata contro Omicron» nei prossimi mesi. Ma «sarà necessario mantenere alto il monitoraggio globale su nuove varianti per evitare di essere colti di sorpresa un'altra volta».