L'APTdaiGP plaude il Dipartimento del Territorio, ma è chiara: «È solo un primo passo»
AQUILA - «È la prima volta che succede e speriamo che si possa continuare così: auspichiamo che con la stessa coerenza e determinazione si affronti l’abbattimento del lupo M187 e gli altri casi già segnalati a più riprese».
È così che ha reagito l'Associazione Protezione del Territorio dai Grandi Predatori (APTdaiGP) all'uccisione del giovane lupo in Valle di Blenio.
Plaudendo il Dipartimento del Territorio, l'associazione ha risposto a coloro secondo i quali "non sarebbe cambiato niente": «Si tratta di un esemplare che stava imparando come sia più proficuo, in rapporto a “costi e benefici”, cibarsi di animali domestici sul fondovalle piuttosto che inseguire selvatici sulle montagne. E tale comportamento l’avrebbe poi ripetuto in futuro e trasmesso ai suoi discendenti».
Ricordando che il lupo non ha sofferto (rispetto ai capi predati), l'APTdaiGP si è poi dichiarata «non sorpresa» dal fatto che sia stato ucciso non lontano dall'abitato di Aquila: «Ogni giorno infatti vengono riportati avvistamenti anche diurni vicino ad abitati. E chissà quanti altri casi non vengono nemmeno segnalati. Nessuno può escludere con certezza che non ci siano rischi per la popolazione; infatti tra questi lupi possono esserci degli ibridi che sono tra i lupi più pericolosi per l’uomo (e non solo per gli allevamenti), poiché hanno acquisito assuefazione all’odore umano, osano entrare nelle recinzioni e forse anche nelle stalle, e hanno fatto l’esperienza che per loro l’uomo non rappresenta alcun pericolo».
Ciò che è fondamentale, si legge infine nella nota, è l'evitare di «sottovalutare un problema che interessa tutta la popolazione», per cui serve «adottare ogni modalità per diminuire il numero di lupi in Ticino e per inselvatichire quelli che resteranno».