Il SEV, riunito a Bellinzona, ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze delle misure di risparmio cantonali e federali
«Non saranno accettate conseguenze sul personale in caso di tagli nei trasporti pubblici».
Radunati a Bellinzona, i dipendenti delle imprese concessionarie di trasporto pubblico affiliati al sindacato del personale dei trasporti (SEV) hanno espresso la loro preoccupazione per le possibili conseguenze delle misure di risparmio cantonali e federali. Le rivendicazioni sindacali sono state portate all’attenzione del consigliere di Stato Claudio Zali, presente alla giornata in qualità di ospite. Per il settore, «le misure di contenimento della spesa del Cantone e le misure di riduzione dei sussidi per il traffico Regionale - scrive in una nota il sindacato- preannunciate a livello federale (fino al 7,8%) sono un nonsenso politico».
In Ticino, nel quadriennio 2020-2023, «sono stati investiti 461,4 milioni di franchi destinati al finanziamento delle prestazioni del trasporto pubblico. Un investimento lungimirante che ha permesso di ampliare l’offerta nel Cantone (anche grazie all’apertura della galleria del Ceneri), inoltre le aziende, per migliorare le prestazioni, hanno dovuto assumere più personale».
Un’eventuale diminuzione dell’offerta «non può ripercuotersi sulle spalle di chi lavora». Per questo motivo, il personale radunato oggi ha portato all’attenzione del consigliere di Stato Claudio Zali le proprie rivendicazioni: «Per ciò che concerne i trasporti pubblici, non si accetteranno né riduzioni salariali né licenziamenti e i Contratti collettivi di lavoro (CCL) in vigore nel settore dovranno rimanere di qualità». Il settore dei trasporti pubblici «è infatti attualmente ben regolamentato da CCL con le singole aziende, che contemplano regole chiare in materia di durata del lavoro e salari». Un quadro differente «rispetto alle rivendicazioni presentate porterebbe il personale sul piede di guerra».