Vigneti devastati per un'azienda nata da poco, ma con una passione che si trascina da tempo. Federviti: «Danni enormi e strascichi duraturi»
CAMORINO - «Danni ingenti, morale a terra una visione sul futuro molto sfocata». La devastazione lasciata dalla grandinata del 12 luglio, ha messo letteralmente in ginocchio la Cantina Cristini e Figli di Camorino, azienda a conduzione familiare sorta tre anni fa e di cui fanno parte due fratelli, Julian (30) ed Etienne (34), assieme il loro papà, Gianni (63).
Tre anni, questi, «di attività cruciali per creare delle fondamenta aziendali solide», ma durante i quali «si sono verificate due forti grandinate che hanno portato danni ingenti in vigna, dimezzando la produzione e causando conseguenti perdite economiche importanti», spiega Giglia Pè, che su gofundme ha aperto una raccolta fondi volta a risollevare le economie dell'azienda del suo compagno.
Un'azienda che è nata dopo oltre vent'anni di viticoltura e produzione di vino a livello amatoriale, «con alle spalle vari riconoscimenti». Nel 2021 la decisione di cambiare definitivamente vita e lanciarsi a tempo pieno in questo grande progetto. Ma a mettere loro i bastoni tra le gambe ci ha pensato il meteo.
L'ultima batosta, appunto, quella di venerdì 12 luglio. «Una grandinata mai vista prima ha distrutto completamente i vigneti e l'uva. La vendemmia di quest'anno - si legge nell'appello - sarà durissima e in alcuni vigneti probabilmente non ci sarà nemmeno».
Si paventa così il rischio di chiusura. «Sarebbe una tristezza smisurata, un fallimento personale enorme ed uno spreco di talento», conclude Pè.
Come se non bastasse, Cantone e Confederazione non offrono nessun tipo di aiuti per questo tipo di situazioni, come ci conferma Davide Cadenazzi, presidente di Federviti: «Perché sono danni assicurabili. Ma non tutti si avvalgono dell'assicurazione grandine, visti i suoi costi. Io stesso, al momento proteggo le mie vigne solo con le reti».
Se nel Mendrisiotto, abituati ormai alle grandinate, quasi tutti si avvalgono di queste reti, non si può dire lo stesso più a nord. «Ovvio che, se non si mettono le reti e non si assicura, il rischio è totale».
La situazione sembra essere piuttosto grigia per il settore. «Certe vigne hanno riportato danni enormi che si ripercuoteranno anche per i prossimi due o tre anni di vendemmia. I più fortunati avranno un raccolto parziale, gli altri nemmeno quello».
Il tempo sta cambiando, se n'è accorto anche Cadenazzi: «È vero che dovremmo essere abituati alla grandine, ma una volta erano quei due minuti e basta. Adesso viene giù per 20 minuti, è grossa e arriva con il vento. Ha un potere devastante».
Dal canto suo Federviti non può che dirsi solidale con chi sta vivendo situazioni come quella della famiglia Cristini: «Siamo a disposizione per offrire il nostro supporto e la nostra consulenza».
La portata di questi danni a livello cantonale
«Tempeste e grandinate hanno un carattere fortemente locale, pertanto i danni sono spesso concentrati su singole regioni e aziende», ci spiega Sem Genini, segretario dell'Unione contadini ticinesi. «Quelle avvenute nel Bellinzonese e sul Piano di Magadino hanno distrutto in alcuni casi diverse colture in campo aperto, come ortaggi e cereali». «Quando le piante annue come il mais, patate e zucchine vengono colpite nella fase di sviluppo - aggiunge -, la loro capacità di ripresa è quasi nulla ed il raccolto è perso».
Quest'anno, conferma, ci sono infatti stati alcuni casi in cui il raccolto annuale è stato compromesso. «Anche nel Mendrisiotto, in alcuni luoghi è tuttora difficile entrare nelle superfici coltive con i macchinari per svolgere le attività necessarie e ciò provoca sicuramente dei disagi anche rilevanti. Il discorso è ancora più complesso per le colture pluriannuali, come gli alberi da frutto e la vite».
Ciò che si fa subito dopo questi eventi meteorologici è centrale: «La grandine provoca lesioni alle piante, favorendo muffe e parassiti. Un clima umido persistente sarebbe micidiale per la pianta indebolita e per il raccolto. Nelle ultime settimane stiamo assistendo ad un periodo caldo che sta prevenendo tale situazione. Le piante che hanno perso l'apparato fogliare potrebbero riuscire a svilupparne di nuovo se opportunamente aiutate. E' quindi ancora presto per quantificare davvero i danni a livello generale per l'intero settore, mentre per i singoli colpiti dagli eventi è chiaro che ci possono essere situazioni estremamente difficili e gravi».
Ciò che è certo, però, è che questi fenomeni «aumentano l'incertezza ed il pericolo che la stagione venga compromessa», aggiunge Genini. «Purtroppo non abbiamo modo di cambiare le condizioni meteorologiche ed è vero che negli ultimi anni si sono verificati eventi sempre più estremi, tra l'altro in luoghi dove mai si erano visti prima». Per questi motivi la prevenzione, quando economicamente sostenibile, è essenziale e di crescente importanza. «Oltre alle strutture come le reti antigrandine, valutare le corrette coperture assicurative è fondamentale ed è un fattore che di certo verrà meglio considerato e supportato nella prossima politica agricola federale. Va però altresì detto che il nostro settore è sempre stato confrontato con questa sensibilità agli eventi meteorologici: annate all'inizio complicate che si concludono in modo positivo a livello generale. E viceversa. Il problema è quando questi eventi si ripetono per più anni di fila o, per alcuni singoli, hanno un impatto che arriva a comprometterne persino l'esistenza».