Annunciato oggi il grounding definitivo della compagnia ticinese, non volava dal 28 novembre. Per l'Ocst le origini del fallimento sono chiare: pura e semplice speculazione
BIOGGIO - È finito nel peggiore dei modi l’affaire Darwin. Oggi al personale è stato comunicato l’inizio di una procedura di fallimento della compagnia, come anticipa la RSI. La società ticinese non prenderà più il volo. La compagnia è a terra dallo scorso 28 novembre, quando proprio a causa dei problemi finanziari l’Ufficio federale dell’aviazione civile aveva revocato l’autorizzazione a volare.
Il recente collasso finanziario arriva dopo che nel corso dell’anno Darwin era stata acquistata da Adria, compagnia già di proprietà del fondo d’investimento 4K.
Una speculazione all'origine del fallimento - La conferma del fallimento di Darwin arriva direttamente dal sindacato Ocst, che attraverso un suo comunicato stampa conferma i passi che hanno portato alla revoca della moratoria: «Questo pomeriggio durante l’assemblea del personale, il Commissario Guido Turati ha annunciato la revoca della moratoria e il decreto di fallimento di Darwin Airline (ore 15.00). La proprietà non ha infatti liberato le risorse necessarie per avviare il processo di riorganizzazione annunciato. All’assemblea era già presente Marco Piattini dell’Ufficio esecuzioni e fallimenti».
Molte domande a cui dare una risposta - Una situazione, quella venutasi a creare, «che lascia a dir poco sconcertati sotto qualsiasi punto di vista e lascia aperti troppi interrogativi». Come mai è stata chiesta la moratoria se non c’era alcuna volontà di immettere liquidità? Se non c’era interesse nell’azienda, perché avviare questa procedura esponendo l’azienda ad un tracollo così drammatico? Perché, malgrado le iniziali dichiarazioni e promesse di rilancio, i nuovi proprietari non hanno voluto investire in questa società?
Per il sindacato la posizione dell'azienda è chiara: non c'era alcun interesse nel dare continuità alle attività di Darwin, si trattava semplicemente di speculazione, per la quali vi erano già molti indizi, divenuti ora certezze. «È indubbio che un confronto trasparente con il sindacato, avrebbe arginato la situazione di caos e smarrimento in cui i dipendenti si sono trovati e avrebbe permesso di limitare i danni e i disagi che oggi dobbiamo affrontare», afferma ancora l'Ocst.
Solidarietà verso i dipendenti - Per i circa 250 dipendenti si prospettano ora grosse difficoltà. L'Ocst - amareggiato - promette che seguirà tutte le procedure e le rivendicazioni del caso (insolvenza, disoccupazione, recupero crediti ed altro ancora). Oltre a loro bisognerà poi attivare procedure straordinarie con le autorità italiane per quanto riguarda i piloti distaccati in Italia, un settantina, che oltre a perdere l’impiego non potranno accedere all’insolvenze.
Nei confronti dei dipendenti di Darwin e delle loro famiglie, anche il Gran Consiglio - su invito del deputato PPD Lorenzo Jelmini - ha espresso la propria solidarietà con un applauso corale durante l’odierna sessione parlamentare.