È stato presentato stamattina il progetto del Parco fluviale Saleggi-Boschetti, che mira a rinaturalizzare il corso d'acqua nella zona di Bellinzona
BELLINZONA - «Riportare il fiume Ticino al suo antico splendore, coniugando sicurezza e fruizione». È con queste parole che il Direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha presentato il progetto «virtuoso» di riqualifica e rinaturazione del Ticino a Bellinzona.
L’investimento, di circa 80 milioni, permetterà in un primo momento di intervenire nella zona Torretta (durata dei lavori 10 mesi, a partire dall’autunno dell’anno prossimo), in seguito nella zona dei Saleggi e nella zona Boschetti (dal 2021, durata 5 anni). «Dopo quello dei deflussi minimi, si tratta di un altro segnale a favore dei cittadini», ha aggiunto Zali ricordando quanto in passato «i corsi d’acqua siano stati mortificati», incanalandoli o intubandoli con l’obbiettivo di sfruttare nuove porzioni di territorio. «Andare al fiume tornerà ad avere il significato di una volta».
Un progetto d’interesse cantonale, ma strategico anche e soprattutto per la città di Bellinzona, «la spina dorsale del nuovo Comune». Per Simone Gianini, municipale della capitale, grazie a questa rinaturazione Bellinzona potrà beneficiare di un vero e proprio parco fluviale: «Si tratta di uno dei frutti dell’aggregazione fra i vari quartieri della città».
Durante la conferenza stampa indetta a Bellinzona, il Capo dell’Ufficio dei corsi d’acqua Laurent Filippini ha poi presentato nel dettaglio il progetto, che oltre ad avere una valenza naturalistica mira a combattere il problema dell’erosione degli argini. Ma se in passato lo sguardo era rivolto unicamente alla sicurezza, ora la visione è diversa: riqualificare, ovvero coniugare sicurezza e aspetti paesaggistici.
Il progetto riguarderà circa cinque chilometri e mezzo di fiume, dalla zona Torretta - tre allargamenti sulla sponda sinistra del Ticino - a quella dei Boschetti, con ad esempio l’attivazione di una lanca.