Ci sono voluti sei anni per stabilire il decreto di abbandono nei confronti di Massimiliano Robbiani
BELLINZONA - Decreto di abbandono per Massimiliano Robbiani sulla vicenda dell’immagine pubblicata su Facebook nel 2014, dove il deputato in Gran Consiglio e Consigliere comunale postò un fotomontaggio ripreso da Internet, in cui si vedevano due persone con il burqa accanto a due sacchi della spazzatura con il commento “trova le differenze, in palio 10 kg di salame Maometto”.
Un’immagine che aveva suscitato parecchia indignazione in rete e aveva originato inviti da più parti a dimettersi. Lui si giustificò dicendo che si trattava di un’immagine satirica, che non aveva intenzione di offendere la sensibilità religiosa di nessuno. Come spesso succede in questi casi, tolse l’immagine e chiese scusa. Nel decreto di abbandono, il Procuratore Pubblico, Pablo Fäh, spiega la motivazione. Dice in sostanza che per “Robbiani il burqa non sarebbe un simbolo religioso della fede musulmana e che il suo pensiero non era nemmeno quello di pianificare una donna a un sacco della spazzatura, bensì quello di denunciare chi impone alle donne di indossarlo”. Dunque per il Procuratore pubblico non ci fu reato di discriminazione razziale, e nemmeno quello di perturbamento della libertà di credenza e di culto. Pertanto Robbiani verrà indennizzato, e con la stessa velocità in cui chiese scusa e tolse la foto a mo’ di pentimento, allo stesso modo ha commentato la sentenza: «Per un lungo periodo si parlo del ‘caso’ con invito da parte di molte forze politiche (in particolare da quelle di Sinistra) di dimettermi da tutte le mie cariche pubbliche. Per fortuna esiste ancora una giustizia, una giustizia che ha saputo valutare con obiettività e non con accanimento politico nei miei confronti, un caso montato ad arte da chi voleva farmi fuori.