«Troppo parziale». I democentristi domani non commenteranno le votazioni ai microfoni di Comano
COMANO - C'è ruggine tra l'Udc e la Rsi. E torna alla luce alla vigilia delle votazioni federali. In un comunicato odierno, la sezione democentrista ticinese ha fatto sapere che non "parlerà" all'emittente pubblica domani, al termine del voto popolare sulla legge Covid e sul Polo Sportivo di Lugano.
Qualunque sarà il risultato che uscirà dalle urne, si legge sul sito del partito, l'Udc non lo commenterà ai microfoni di Comano. La Rsi è accusata di «parzialità» e di non avere dato adeguato spazio mediatico in passato alle posizioni democentriste.
«Nel nostro Cantone affideremo esclusivamente a Teleticino, alle radio e ai portali privati, oltre che ai giornalisti della carta stampata le nostre considerazioni e i nostri commenti relativi alla tornata di votazioni» si legge nella nota. «Siamo certi che loro saranno in grado di riportarle in maniera professionale e imparziale cosa che, al contrario, la linea politica della RSI non è attualmente in grado di garantire».
È l'ultima puntata di una tenzone esplosa con un altro polemico comunicato diffuso sempre dall'Udc il 1 agosto scorso, in occasione dei festeggiamenti per il Natale della patria. La mancata copertura mediatica dell'evento organizzato dal partito aveva «compromesso la fiducia» dell'Udc «nei ben pagati vertici dell'informazione della radiotelevisione». La sezione democentrista ticinese si era spinta a chiedere le dimissioni del direttore dell'informazione Reto Ceschi.
«Prendiamo atto della decisione dell’UDC sezione Ticino di non partecipare ai nostri programmi di domenica 28 novembre» ha risposto la Rsi in una contro-nota. «Si tratta di un’iniziativa che penalizza il pubblico e le cittadine e i cittadini della Svizzera di lingua italiana. RSI farà tutto il possibile per garantire alle telespettatrici e ai telespettatori, alle ascoltatrici e agli ascoltatori l’accesso alle reazioni e ai commenti di tutti i partiti, compresa l’UDC, nonostante la decisione di quest’ultimo di non inviare propri esponenti alle nostre trasmissioni. Decisione di cui non condividiamo le motivazioni».