Il 30 ottobre si vota sull'imposta di circolazione. Promotori dell'iniziativa e del controprogetto a confronto
BELLINZONA - Il 30 di ottobre i cittadini ticinesi decideranno sulla diminuzione dell'imposta di circolazione. Due le opzioni alle urne: l’iniziativa popolare legislativa “Per un’imposta di circolazione più giusta!”, presentata il 12 maggio 2017 dal Centro e sottoscritta da 12’114 cittadine e cittadini, e quella approvata dal Gran Consiglio, cioè il controprogetto all'iniziativa promosso da Verdi e socialisti.
In entrambi i casi si voterà un taglio. Resta da decidere la modalità che si adotterà per calcolarlo. Il Centro propone di limitare gli introiti a 80 milioni all’anno, basando l’imposta esclusivamente sulle emissioni di CO2 del veicolo. Il controprogetto pone il limite a 96 milioni basando l’imposta su un calcolo più complesso, che tiene sì conto delle emissioni, ma anche della massa del veicolo.
Quali ragionamenti ci sono dietro le due posizioni? Abbiamo voluto mettere a confronto due voci, quella del presidente del Centro Fiorenzo Dadò (a favore dell'iniziativa), e quella di Fabrizio Sirica, copresidente del PS (a favore del controprogetto).
Fiorenzo Dadò
L'iniziativa permetterà ai ticinesi una diminuzione delle imposte di circolazione. Il Gran Consiglio ha proposto un controprogetto. Perché voi vi opponete?
«La riduzione d'imposta prevista dal controprogetto è nettamente inferiore rispetto a quella prevista dalla nostra iniziativa (ca. 10 milioni di franchi in meno nel 2023). Aumentano il premio di cassa malati, l’energia, la benzina… noi riteniamo che vada preferita l'iniziativa in quanto garantisce una maggiore riduzione dell'imposta di circolazione a un maggior numero di cittadini che si trovano già in difficoltà. Inoltre il controprogetto prevede di usare parte del ricavato dell’imposta di circolazione per pagare degli sconti sull'abbonamento arcobaleno a chi riceve già un sussidio di cassa malati. Non penso sia giusto fare pagare ai soli automobilisti questo genere di sussidi».
La vostra iniziativa chiede che l’imposta di circolazione sia calcolata unicamente in funzione delle emissioni di CO2. Vi rimproverano di non prendete in considerazione anche la potenza e il peso di una vettura che hanno un ruolo importante nell’usura delle strade. Cosa rispondete?
«Le automobili hanno tra loro uno scarto di poche centinaia di chili. Si tratta di differenze minime che hanno un impatto quasi nullo sull'usura delle strade, costruite per sostenere camion che pesano decine di tonnellate. Sarebbe come sostenere che, a parità di veicolo, una famiglia di 5 persone dovrebbe pagare di più di chi viaggia da solo in quanto più pesante e quindi responsabile di una maggior usura della strada. È inoltre evidente che la potenza del motore non ha nessun impatto sull'usura delle strade. Questi sono pretesti per non diminuire le imposte di circolazione ai cittadini».
Gli oppositori sostengono che l’iniziativa farà mancare le risorse utili a mantenere le strade sicure ed efficienti. Sarà davvero così?
«In Ticino paghiamo le imposte di circolazione più care della Svizzera. Oggi lo Stato incassa circa 145 milioni di franchi di imposte di circolazione e ne spende circa 110 milioni di franchi per le strade; i restanti 35 milioni vengono usati per coprire altre spese che nulla hanno a che fare con le strade. Questo significa che, anche dopo la riduzione dell'imposta di circolazione, con la nostra iniziativa lo Stato avrà a disposizione somme più che sufficienti per mantenere perfettamente efficienti e sicure le strade ticinesi».
Fabrizio Sirica
Perché voi dite no all’Iniziativa e sì al controprogetto?
«Perché l’iniziativa è socialmente ingiusta. Spieghiamolo con un esempio chiarissimo: la nuova Porsche 100% elettrica dal costo di più di 100.000 franchi, con l’iniziativa pagherebbe solo i 120 franchi della tassa base, meno della metà di quanto pagherebbe mia mamma per la sua piccola Panda. Questo perché l’iniziativa si basa solo e unicamente sulle emissioni co2, un criterio estremamente riduttivo che crea disparità. La nostra formula è molto più equilibrata. È giusto accompagnare e favorire la transizione ecologica, lo facciamo anche noi con il controprogetto, ma senza dimenticare che non tutti potranno, a breve, comprare un’auto elettrica! Allora noi vogliamo far pagare meno tutti, ma favorendo chi è più in difficoltà e chiedendo di più a chi può».
Il controprogetto è accusato di fare confusione, mettendoci dentro anche la promozione degli abbonamenti per il trasporto con i mezzi pubblici. Perché?
«Nessuna confusione. La mobilità è sempre più da considerare come intermodale, cioè una combinazione di diversi mezzi di trasporto: l’auto, i mezzi pubblici, la bicicletta. Soprattutto in un territorio come il Ticino e la sua conformità, le valli, le zone periferiche, non sempre permettono di usare solo e unicamente i mezzi pubblici. Quindi le politiche che toccano la mobilità vanno viste insieme. Con il controprogetto raggiungiamo due scopi: promuoveremo i mezzi pubblici (soprattutto per chi oggi, per ragioni economiche, favorisce l’automobile) e aiuteremo quelle famiglie che avranno una deduzione minore dell’imposta rispetto ad altre categorie».
Perché proponete lo sconto del 15% su ogni abbonamento Arcobaleno esclusivamente per i membri delle famiglie beneficiarie di sussidi cassa malata, dimenticandovi del ceto medio che pure è in difficoltà?
«Questa domanda parte da un assunto che considero sbagliato. Le persone che beneficiano di sussidi cassa malati in Ticino sono più di 80'000 e con gli aumenti sconsiderati di quest’anno aumenteranno. Per come è fatto il nostro sistema sociale quindi anche il ceto medio, in particolare le famiglie, beneficiano di sostegno. Sono proprio le famiglie del ceto medio e basso, cioè coloro più in difficoltà in questo periodo storico, le principali beneficiarie di questo aiuto. Il controprogetto in conclusione è più sociale e più ecologico perché rafforza i mezzi pubblici».