In una interpellanza al Consiglio di Stato, la deputata Roberta Soldati sollecita risposte
BELLINZONA - Con l’autunno il lupo non va in letargo e anzi torna a far paura. Sarebbero infatti i primi freddi a ridurre il campo d’azione del predatore che, complice la discesa a valle della selvaggina, si vede, suo malgrado, costretto a intercettare terreni contigui all’attività umana, così come accaduto di recente in Valle Rovana o nei Grigioni: di ieri la news pubblicata su Tio dell’abbattimento di un esemplare adulto nella Valle di Safien.
I timori - Il moltiplicarsi degli avvistamenti e delle segnalazioni creano allarme: cosa potrà accadere quando le temperature caleranno ulteriormente? Quali i rischi per la popolazione? A chiederselo, preoccupata, è la deputata (UDC) Roberta Soldati.
Preso atto degli ultimi recenti fatti di cronaca, come quando «presso un’azienda agricola della bassa Vallemaggia, zona Ronchini di Aurigeno, è avvenuta la predazione di una pecora», la Soldati teme sia per l’incolumità dei bambini («Vicino a questa azienda è situato l’istituto scolastico»), sia per il per il settore turistico, visto che «una delle attrazioni del nostro Cantone è la rete diffusa di sentieri escursionistici».
L’interpellanza - La scelta della deputata al Gran Consiglio è stata dunque quella presentare oggi interpellanza scritta al Consiglio di Stato (cofirmatari: Paolo Ortelli, Aron Piezzi, Fabio Schnellmann, Tiziano Galeazzi), per chiedere di fare chiarezza.
Tra i quesiti sottoposti all’Esecutivo, spicca quello relativo al reale grado di pericolosità del lupo nei confronti di uomo e animali domestici. Ma non solo, nell’interpellanza ci si chiede come venga monitorata la presenza dei branchi, in quale numero e dove siano stati avvistati gli esemplari, quale l’informazione e la tipologia di intervento da predisporre. E infine, «chi risponde di eventuali danni causati in caso di attacco?».
Parola ora al Consiglio di Stato.