«Ingiustamente denigranti e inopportune» le osservazioni del deputato leghista contenute in un'interrogazione
Il sospetto che una presunta "ideologia gender" potesse circolare all’interno della scuola dell’obbligo ticinese, aveva di recente spinto il deputato leghista Massimiliano Robbiani a interrogare il Governo. Accadeva circa un mesetto fa, in seguito al contenuto di un esercizio di tedesco assegnato a una classe di II media (che faceva riferimento a una coppia omosessuale con figli) e che aveva turbato il granconsigliere.
Un turbamento che il Governo non ha esitato a ridimensionare segnalandone, di fatto, l'infondatezza. Prima di tutto, intanto, il Consiglio di Stato sottolinea come Robbiani abbia «inequivocabilmente confuso il concetto di ‘sesso’ – riferito alle caratteristiche biologiche che distinguono individui di sesso maschile da individui di sesso femminile – con il concetto di ‘genere’, riferito invece alle componenti di natura sociale e comportamentale che determinano l’identificazione e l’appartenenza culturale di un individuo a uno dei due sessi (o a entrambi, oppure ancora a nessuno di essi), indipendentemente dalla propria identità biologica».
Non solo. Al di là dell’interpretazione errata, il Consiglio di Stato ci tiene a ricordare al leghista come dal 1° luglio 2022 sia entrata in vigore la modifica del Codice civile svizzero denominata “Matrimonio per tutti” che prevede che le coppie sposate dello stesso sesso possono adottare congiuntamente un figlio. In aggiunta, viene fatto notare che anche le coppie sposate dello stesso sesso, in particolare le coppie di donne e le coppie trans, possono accedere alle banche del seme.
Insomma, giudicare "antiscientifico" o "ideologico" il caso proposto dal docente di tedesco sarebbe di base un grossolano errore di partenza.
Il Governo non manca infine di criticare le formulazioni «ingiustamente denigranti» utilizzate nell’atto di Robbiani, usate per qualificare la possibilità che coppie omosessuali possano avere dei figli, come l’utilizzo - giudicato dal Consiglio di stato «del tutto inopportuno» - dell’aggettivo “vomitevole”.
In conclusione, allo scopo di fugare qualsivoglia preoccupazione riguardo alla tematica sollevata da Robbiani, viene citato uno studio del 2016 del centro Gender studies del Departement Gesellschaftswissenschaften dell’Università di Basilea, nel quale è stato repertoriato il panorama delle ricerche che hanno preso in esame lo sviluppo di figli cresciuti con coppie dello stesso sesso, dette anche “famiglie arcobaleno”.
«Complessivamente - si legge nella risposta - i risultati indicano che i figli di famiglie arcobaleno presentano uno sviluppo buono e pari a quello di figli di coppie eterosessuali o famiglie monoparentali: i fattori determinanti per il benessere dei figli risultano essere la qualità della relazione e il clima familiare, non il genere o l’orientamento sessuale dei genitori. Sempre a detta del medesimo studio, la disponibilità di una persona di riferimento costante, che dia al figlio calore e sostegno sul piano emozionale e che crei un contesto sociale sostenibile e sostenga il figlio nel suo sviluppo personale risultano elementi fondamentali per garantire il benessere del bambino, indipendentemente quindi dal tipo di famiglia (eterosessuale, monoparentale, arcobaleno) in cui cresce».