I Giovani del Centro hanno presentato oggi la loro iniziativa sul congedo parentale nazionale.
GIUBIASCO - «Un congedo parentale nazionale che permetta una distribuzione flessibile delle settimane è una reale necessità per le famiglie che stanno vivendo uno dei più belli e impegnativi momenti della loro vita. Migliora la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, ha un effetto positivo sullo sviluppo dei bambini ed è sensato in termini di politica economica». Si può, a grandi linee, riassumere così l'iniziativa lanciata quest'oggi dai Giovani del Centro e presentata durante una conferenza stampa tenutasi a Giubiasco nella quale hanno preso la parola il Segretario internazionale Michele Roncoroni, il presidente dei Giovani del Centro Ticino Marco Profeta e il deputato in Gran Consiglio Alessio Ghisla.
Almeno venti settimane - Il gruppo giovanile del Centro (sezione Ticino) chiede nello specifico quattro cose. La prima: «Il congedo parentale dovrà avere una durata complessiva di almeno venti settimane». La seconda: «La quota fissa delle mamme deve essere - come ora - di almeno quattordici settimane». La terza: «La quota dei papà deve rappresentare almeno il 20% del congedo parentale totale». Infine la quarta: «Entrambi i genitori devono poter usufruire della loro parte in modo flessibile».
«Cambiare con la società» - Richieste, queste, che secondo i Giovani del Centro rispondono in maniera più adeguata ai cambiamenti che sta vivendo la società svizzera. «La crescente diversità dei modelli familiari, degli stili di vita e della concezione di lavoro retribuito e non retribuito si scontrano con un sistema non più adatto ai nostri tempi e basato su condizioni quadro vetuste. Quattordici settimane di congedo di maternità e due di paternità (vedi box) non rispondono più alle esigenze di una società moderna».
Per i Giovani del Centro, infatti, i genitori «dovrebbero avere opzioni organizzative individuali» quando si tratta di iniziare un nuovo capitolo della propria vita con un nuovo membro della famiglia. «Entrambi i genitori - precisano - dovrebbero poter partecipare all'educazione del figlio e riprendere l’attività professionale il più facilmente possibile dopo la nascita di un bambino».
Parola chiave flessibilità - Per i Giovani del Centro la parola chiave è «flessibilità». Perché essa permetterà ai neo genitori di suddividere il tempo da dedicare alla famiglia in base alle singole situazioni lavorative e alle specifiche scelte in merito alla divisione dei compiti domestici. «L'introduzione di un congedo parentale adeguato - aggiungono i relatori - può aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre gli svantaggi che incontrano, in particolare nelle decisioni in merito ad assunzione e promozione».
Più manodopera - Una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro migliora la loro indipendenza finanziaria e le loro prestazioni pensionistiche, ed è anche una buona misura per combattere la crescente carenza di manodopera qualificata in Svizzera. «Attualmente - è stato ricordato - un grande potenziale rimane inutilizzato perché le necessarie riforme del congedo parentale sono in fase di stallo. La mancata partecipazione al mercato del lavoro di una forza lavoro qualificata formata a caro prezzo rappresenta una perdita per l'economia nazionale».
«Confronto impietoso con le altre nazioni» - I Giovani del Centro hanno poi ricordato come la Svizzera «sfiguri» per quanto concerne il
congedo parentale. «Nei Paesi vicini e in altri Paesi europei, i genitori godono di un congedo più lungo dopo la nascita di un figlio. Se la Svizzera vuole rimanere competitiva a livello internazionale e combattere la carenza di manodopera qualificata, deve investire in una politica familiare moderna».
Soluzione nazionale «sostenibile» - Per i Giovani del Centro è quindi giunta l'ora di trovare «una soluzione nazionale che possa ottenere una maggioranza. Sono infatti numerose le proposte che sono fallite in Parlamento o a livello cantonale perché semplicemente «sproporzionate o troppo costose». O che comportavano - come ad esempio quella di 38 settimane fatta dalla Commissione federale per gli affari familiari (COFF) - un'estensione estrema. «Se vogliamo che il congedo parentale ottenga tale maggioranza - hanno sottolineato i Giovani del Centro - abbiamo bisogno di una soluzione nazionale che sia finanziabile, pragmatica e sostenuta dall'economia. Lo scopo di questa iniziativa cantonale è quello di invitare il Parlamento nazionale a prendere in considerazione questo importante tema».
Com'è ora - La differenza nel rapporto tra congedo di maternità e di paternità - è stato ricordato in conferenza stampa - è «attualmente enorme»: l'87,5% è assegnato alla madre e il 12,5% al padre. «Aumentare il numero minimo di settimane di congedo parentale permetterebbe al neo papà e alle neo mamme di vivere più intensamente questa nuova fase della vita e di contribuire in modo tangibile al benessere dell’intera famiglia».