Secondo la polizia il mandante dell'omicidio fa verosimilmente parte di un'organizzazione criminale
LA VALLETTA - «Nessun politico è stato interrogato nell'inchiesta per l'assassinio di Daphne Caruana Galizia». E' quanto ha riferito una fonte a conoscenza degli sviluppi delle indagini, secondo quanto riportato dal "Times of Malta", quotidiano che fa parte del "Daphne Project" condotto dal consorzio di giornalismo investigativo Occrp con l'obiettivo di continuare il lavoro della giornalista maltese uccisa con una bomba piazzata nella sua auto il 16 ottobre scorso.
La fonte ha precisato che secondo la polizia il mandante dell'omicidio fa verosimilmente parte di un'organizzazione criminale. «Dovreste evitare l'ipotesi che si sia trattato di una cospirazione politica» ha aggiunto parlando a membri del "Daphne Project" di cui fanno parte 45 giornalisti di testate internazionali tra cui La Repubblica, Le Monde, New York Times e Guardian.
Secondo la fonte citata dal quotidiano maltese, la polizia è «frustrata dalla mancanza di fiducia della famiglia», che non vorrebbe consegnare il pc della cronista. La sorella della giornalista ha affermato di non sapere dove sia il computer, aggiungendo che comunque Daphne non avrebbe mai voluto che fosse consegnato.
Ed oggi - a sei mesi e un giorno dall'assassinio, all'indomani delle manifestazioni tenute a Valletta ed in altre città del mondo - il figlio della giornalista, Matthew Caruana Galizia, è tornato ad attaccare il premier maltese, Joseph Muscat. In un post su Facebook ha scritto: «Brucerei il laptop di mia madre davanti agli occhi della polizia, se sapessi dov'è. E' il computer del primo ministro la cosa di cui la polizia ha bisogno, non di quello di mia madre. Joseph Muscat, dov'è il tuo laptop? Dove sono il laptop ed il server della mail privata joseph@josephmuscat.com che potresti aver usato per pianificare l'assassinio di mia madre?».