Arben Hajrullahu, professore all'Università di Friburgo, è esperto di Balcani e approfondisce le cause dell'escalation
FRIBURGO - Nel nord del Kosovo le tensioni tra la popolazione serba e quella albanese sono esplose, in alcuni casi violentemente. Immagini video mostrano inoltre blindati serbi a pochi chilometri dal confine serbo-kosovaro. Approfondiamo dunque la recente escalation con Arben Hajrullahu, professore di scienze politiche presso l'Università di Friburgo ed esperto di Balcani.
Professor Hajrullahu, qual è la situazione attuale?
«Dal crollo della Jugoslavia negli anni '90, la Serbia ha voluto continuare a controllare il Kosovo, preoccupato per la costituzione della "Grande Serbia", che dovrebbe comprendere anche la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro. Questa nozione si basa su una concezione etno-nazionalista secondo cui il Kosovo dovrebbe appartenere di diritto alla Serbia. E il fatto che la Serbia abbia dovuto ritirare la sua presenza militare in Kosovo, per volere delle Nazioni Unite dopo la fine della guerra balcanica nel 1999, ferisce ancora oggi il governo serbo».
La Serbia invaderà il Kosovo?
«La minaccia del governo serbo di inviare soldati in Kosovo deve essere presa sul serio. Ma Belgrado sa che un'invasione del Kosovo potrebbe avere gravi conseguenze. La Nato, che ancora oggi dispone di truppe di stanza in Kosovo, interverrebbe. L'attuale obiettivo serbo è quindi quello di portare al fallimento lo stato kosovaro innescando conflitti e facendo pressione sulle minoranze serbe in Kosovo affinché non si integrino».
Come giudica la popolazione in Serbia e in Kosovo?
«Né il popolo serbo né quello kosovaro vogliono un'altra guerra. Il popolo del Kosovo non vuole riaprire vecchie ferite e vuole vivere insieme pacificamente. Il conflitto si svolge principalmente a livello politico».
Ci sono parallelismi con il conflitto ucraino?
«La Russia potrebbe svolgere un ruolo nella recente escalation. Poiché è sempre stato il "fratello maggiore" della Serbia sostenendo il paese politicamente e militarmente. Come la Serbia, anche Mosca non riconosce il Kosovo come paese indipendente. La Russia, che ha iniziato una guerra in Ucraina quasi un anno fa, vuole provocare una situazione simile in Kosovo e incita la Serbia. In questo modo il Cremlino mira a espandere la propria sfera d'influenza».