Gli agricoltori spagnoli protestano per prezzi giusti e cambio delle politiche agricole.
VALENCIA - Dopo la mobilitazione ieri di migliaia di agricoltori e decine di trattori davanti al ministero dell'Agricoltura a Madrid, le proteste del settore in Spagna sono riprese questa mattina con mobilitazioni in varie regioni.
In particolare due "tractoradas", due colonne di un centinaio di mezzi agricoli, sono giunte in prossimità dei porti di Algeciras (Andalusia) e Valencia, due dei principali accessi delle importazioni dall'estero, per reclamare «prezzi giusti, sostenibilità economica delle esportazioni e un cambio delle politiche agricole», segnalano le organizzazioni maggioritarie del settore (Asaja, Coag e Upa), che hanno organizzato le mobilitazioni.
Momenti di tensione con una carica di polizia si sono prodotti all'entrata del porto di Algeciras, ripresi dalla tv nazionale Rtve. Al grido di «Europa ci rovina e il governo ci ignora», gli agricoltori hanno riversato in strada vari prodotti di importazione, fra cui arance, riso, vino e mandorle. Il settore agrario andaluso reclama un piano-choc da parte del governo regionale, della Ue. E le proteste continueranno almeno fino al 26 febbraio, quando è previsto a Bruxelles il Consiglio dei ministri di Agricoltura dei 27.
Intanto, il ministro del settore Luis Planas, in un incontro informativo oggi a Madrid ripreso da Europa Press, ha segnalato che «nonostante il mito sulle importazioni di alimenti», in Spagna e nella Ue «non entra nulla senza controlli», in relazione alle rivendicazioni degli agricoltori sulle importazioni da paesi terzi, poiché le frontiere dell'Unione Europea sono le più sicure, dopo quelle degli Stati Uniti. Tuttavia Planas ha riconosciuto che «gli agricoltori hanno ragione» nel denunciare problemi di concorrenza sleale delle importazioni da Paesi terzi, non tenuti a osservare i divieti di determinati prodotti fitosanitari richiesti dalla Ue.
Planas ha confermato che il 26 porterà a Bruxelles l'elenco con le 18 misure negoziate con le organizzazioni agrarie, fra le quali la semplificazione della Politica Agraria Comune (Pac), il cui unico limite è tuttavia «il buon uso di fondi pubblici», e la richiesta di "clausole specchio", di reciprocità rispetto ai prodotti importati.