Le operazioni di ricerca e soccorso sul Potomac proseguono. Ma dalle autorità filtra pessimismo. Finora recuperati una ventina di corpi.
WASHINGTON - «Cupa». «Tetra». Sono solo un paio degli aggettivi che la stampa statunitense sta utilizzando per descrivere l'atmosfera che si respira in queste ore a Washington, tanto all'aeroporto Ronald Reagan - che resterà chiuso fino alle 11 locali (le 17 in Svizzera) - quanto sul luogo in cui sono al lavoro i soccorritori, alla ricerca di eventuali sopravvissuti dello schianto aereo.
I detriti dell'aereo, distrutto, si trovano nelle gelide acque del fiume Potomac. Una delle scatole nere del velivolo, non è chiaro se quella della cabina dei piloti o la seconda, è stata nel frattempo ritrovata, scrive la CBS. Su una delle rive del fiume sono nel frattempo riaffiorati alcuni corpi. Fino a ora ne sono stati recuperati una ventina in tutto.
E cupe sono al momento anche le previsioni delle autorità, che non esprimono ottimismo in merito alle operazioni di ricerca e soccorso, che in ogni caso richiederanno diversi giorni. In un breve punto stampa andato in scena all'aeroporto, le autorità - fra le quali i due senatori per il Kansas, i repubblicani Jerry Moran e Roger Marshall - sono state piuttosto esplicite nel far capire che potrebbe non essersi salvato nessuno. «Abbiamo vissuto situazioni come queste in passato - con i tornado e gli allagamenti, e altro ancora, ma è molto difficile quando si perdono probabilmente più di 60 vite in un solo colpo», ha affermato il senatore Marshall.
Lo scontro, lo ricordiamo, è avvenuto poco prima delle 21 locali di mercoledì sera tra un elicottero militare e un aereo passeggeri (con 64 persone a bordo). La sindaca di Washington, Muriel Bowser, terrà una conferenza stampa dall'aeroporto Ronald Reagan alle 7.30 locali (le 13.30 in Svizzera).